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Anycubic Photon Mono M7 Max – Recensione

Tra le più grandi stampanti 3D SLA in commercio, Anycubic Photon Mono M7 Max sorprende per l’estrema qualità di stampa e di realizzazione.

Anycubic Photon Mono M7 Max Recensione

Anycubic Photon Mono M7 Max – Per prima cosa…

Iniziamo col dire che prima di valutare l’acquisto di Anycubic Photon Mono M7 Max, dovete assolutamente capire se avete spazio disponibile per posizionarla. Viste le dimensioni della stampante, idealmente vi servono 43 x 37 x 70 cm, non potete sicuramente metterla di fianco a voi sulla scrivania; anche il peso non è da meno e l’ago della bilancia si ferma a un incredibile valore di 24 kg. Questo però non deve assolutamente spaventarvi perché una volta posizionata e configurata tutto procederà senza intoppi.

Unboxing e setup

Anycubic Photon Mono M7 Max arriverà imballata in più strati di poliuretano in una enorme scatola di robusto cartone. Una volta estratta la stampante dalla scatola, bisogna rimuovere l’imbottitura interna che custodisce tutti i componenti necessari a far funzionare la M7 Max come, per esempio, la piattaforma di stampa.

Anycubic Photon Mono M7 Max Unboxing

Sempre all’interno è presente una scatola di cartone contenente il cavo di alimentazione, la chiavetta USB, la spatola in acciaio per staccare i pezzi dalla piattaforma, una spatola in plastica, alcuni filtri per la resina, dei guanti e un set di brugole necessarie per l’allineamento della piattaforma stessa.

Anycubic Photon Mono M7 Max Unboxing

Il setup avviene allo stesso modo di qualunque altra stampante SLA non dotata di allineamento automatico: si rimuovono le pellicole di protezione dallo schermo, dalla vasca e dalla piattaforma di stampa, si installa il piatto sul braccio dell’asse Z, si allentano le viti, si posiziona l’enorme cartoncino sullo schermo per poi procedere a fare “lo zero” utilizzando il display touchscreen.

Anycubic Photon Mono M7 Max Leveling

Una volta finita quest’operazione, la stampante sarà pronta a funzionare. Ora sarà possibile scegliere se alimentare direttamente la vasca utilizzando il sistema automatico preinstallato oppure rovesciando la resina manualmente. Nel primo caso sarà necessario entrare nel menu e abilitare la pompa utilizzando il display touch screen frontale.

Anycubic Photon Mono M7 Max Leveling

Fin da subito è facile notare quanto il coperchio rotante faciliti moltissimo le operazioni.

ANYCUBIC Photon Mono M7 MAX Stampante 3D Resina, 13,6'' 7K Stampante Resina di...
  • Volume di Costruzione Enorme: Anycubic Photon Mono M7 Max offre un...
  • Veloce e Conveniente: la Photon Mono M7 Max raggiunge una velocità...
  • Sorgente Luminosa Potenziata: LighTurbo 3.0 combina una sorgente...

Anycubic Photon Mono M7 Max – Specifiche tecniche

Volume di stampa298mm x 164mm x 300mm, equivalenti a 14.7 L
Velocità di stampaMassimo 31 mm/h
PrecisioneX- 46 µm Y- 46 µm
Materiali stampabiliResina 405 nm High Speed, standard, trasparente, ABS Like, tough, flessibile, water washable, plant based
Sorgente luminosaCOB Light Source con lente Fresnel e riflettore frontale
Risoluzione7K, 6.480 x 3.600 pixel
Dimensione schermimonocromatico 13.6” 7K Pannello di controllo TFT da 4.3”
Materiale piatto di stampaLega in alluminio con incisione laser
SoftwareAnycubic Photon Workshop, Lychee e (in futuro) Chitubox
Dimensioni425 x 362 x 652 mm
Peso24 kg
Prezzo € 899 

Qualità costruttiva e design

Passando ad analizzare la qualità costruttiva di Photon Mono M7 Max, non posso ignorare il grandissimo passo avanti fatto da Anycubic rispetto alla sua già ottima serie di stampanti consumer.

I materiali scelti per la struttura principale sono ottimi : acciaio stampato, alluminio e gomma creano un insieme molto robusto soprattutto nella parte posteriore che alloggia sia il sistema di rotazione del coperchio sia le ventole di raffreddamento necessarie a far funzionare correttamente la stampante.

Il guscio in policarbonato nero, molto simile a quello di Anycubic Photon Mono M7 Pro ripara la resina dai raggi UV ed è realizzato in maniera eccellente.

Anycubic Photon Mono M7 Max Qualità costruttiva

Il design è finalizzato alla funzionalità, come si può notare dalla disposizione del tasto di accensione e dei connettori integrati nella base.

Anycubic Photon Mono M7 Max Qualità costruttiva

L’interruttore è sparito lasciando il posto a un comodissimo tasto nella parte frontale della stampante, l’USB è posizionato lateralmente molto vicino all’angolo così da facilitare l’inserimento e la rimozione della chiavetta.
Ottima la colonna dell’asse Z realizzata in un unico pezzo profilato di alluminio su cui sono avvitate due rotaie in acciaio che permettono alla piattaforma di muoversi in verticale senza alcun problema. La vite senza fine è collegata al motore ha un diametro generoso che assicura un movimento fluido, anche in caso di pezzi particolarmente pesanti.

Anycubic Photon Mono M7 Max FEP

Molto curata la vasca della resina di Anycubic Photon Mono M7 Max che, rispetto alle sue “sorelline minori” integra un sistema di riscaldamento reso possibile dal connettore annegato nel suo interno. Per questo motivo, la vaschetta ha un suo verso di inserimento e non è possibile utilizzarla al contrario. Il FEP o, meglio, l’ACF è opaco per assicurare una trasparenza ottimale.

Il grande schermo da 4,3” pollici posizionato frontalmente è ideale per gestire tutti i parametri della stampante sia prima sia durante la stampa. I piedini sono regolabili per livellare perfettamente la stampante.

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Anycubic Photon Mono M7 Max – Prova di stampa

Una volta fatto lo zero, connesso il sistema di alimentazione automatico alla resina Anycubic HD (facoltativo, ma richiede più spazio per la presenza della bottiglia all’esterno del coperchio), effettuato lo slice del file di prova(una splendida Mazda RX-7 in versione cartoon proveniente dall’anime Initial D) e controllato di aver abilitato il riscaldamento della resina (è un parametro che va abilitato manualmente nel menù di Anycubic Photon Mono M7 Max) ho lanciato la stampa.

Anycubic Photon Mono M7 Max Prova di stampa

Tutto bene (o quasi). Nella fretta mi sono dimenticato di aumentare il tempo di esposizione dei primi layer lasciando così tutto impostato di default. Tempo 5 minuti e la stampante si ferma segnalandomi che non registrava alcuna forza di trazione sul FEP. Alzato il piatto e verificato che la resina non aveva aderito alla piattaforma, ho provveduto a pulire il fondo della vasca con il tool integrato. Dopo aver eliminato il foglio di resina risultante da questa procedura, ho rifatto il file modificando il tempo di esposizione dei primi cinque layer portandolo a 40 secondi. Rilanciata la stampa, tutto è andato per il verso giusto.

Anycubic Photon Mono M7 Max Prova di stampa

Finita questa prima prova ho cercato qualcosa di più impegnativo, trovandolo nella bellissima Jinx di Arcane realizzata da Chrisocho e disponibile gratuitamente su Cults3D. Pulita la vaschetta e versata resina ABS-Like sono ripartito nei test. Le dimensioni della stampante mi hanno permesso di realizzare la stampa in sole tre volte (una per il corpo, una per la sedia e una per la base) per un totale complessivo di circa 36 ore.

Anycubic Photon Mono M7 Max Prova di stampa

Durante questo lasso di tempo il meteo è stato avverso e per due volte la corrente mi ha salutato. Una volta tornata a regime, Anycubic Photon Mono M7 Max si è riaccesa chiedendomi se volessi o meno continuare a stampare dal punto in cui si era interrotta. Alla mia risposta affermativa la macchina è ripartita portando a compimento la stampa senza alcun difetto visibile e facendomi ringraziare questa tecnologia, finalmente adottata anche nelle stampanti di questo tipo.

Anycubic Photon Mono M7 Max Prova di stampa

Terminata Jinx ho lanciato un’altra stampa (una Ford GT40 “tooned” sempre di StanceGT) per andare a esaminare i dettagli e la capacità della stampante di mantenere la dimensionali dei pezzi. Tutto è venuto perfettamente e gli incastri sono una meraviglia.

Qualità di stampa

Ed eccoci alla fatidica domanda: com’è la qualità di stampa? come sono i 7K di Anycubic Photon Mono M7 Max rispetto, per esempio, i 14K di Anycubic Photon Mono M7 Pro? non c’è una vera risposta a questa domanda perché a livello di stampa sia l’una sia l’altra arrivano a 0.01mm, già più che sufficiente a non far percepire i layer.

Nella stampa di Jinx abbiamo selezionato un layer “di default” a 0.05mm così da verificarne le capacità. Certamente il display da 14K riesce a riprodurre dettagli molto più fini di quello da 7K grazie a una maggior densità dei pixel ma, nell’ottica della stampa in se, il numero di dettagli è lo stesso; a cambiare è quindi la definizione.

Se a questo aggiungiamo il sistema di illuminazione ad alta precisione LighTurbo 3.0 che rende molto omogenea la distribuzione della luce sul display la vera differenza non sta nella risoluzione, bensì nella capacità di Anycubic Photon Mono M7 Max di stampare una tonnellata (ok, è esagerato ma è così) di oggetti in più nello stesso tempo.

Anycubic Photon Mono M7 Max Layer

A proposito di tempo devo dire che sono rimasto molto colpito dalla velocità con cui vengono stampati i layer. A fronte di un impressionante 86mm/h con resine fast (di cui non sono un grande fan per la loro lavorazione in post-produzione), i 31mm/h ottenuti con le altre tipologie di resina da 405nm sono eccellenti.

Anycubic Photon Mono M7 Max Layer Speed

Con Anycubic Photon Mono M7 Pro, per esempio, sarei riuscito lo stesso a stampare Jinx, ma questa avrebbe richiesto sei stampe per quasi il doppio del tempo. La RX-7 avrebbe richiesto due stampe mentre la GT40 sarebbe rimasta invariata.

Ok, ma la qualità? Onestamente non riesco a percepire differenze stampando oggetti “normali” tra 14K e 7K, la differenza viene fuori nella stampa di particolari molto sottili (immaginate un telo ridotto in scala), magari con una trama particolare.

Ecco, qui Anycubic Photon Mono M7 Max è perfettamente in grado di arrivarci, anche se la trama non è nitida come quella della M7 Pro. “Perfettamente in grado di arrivarci” significa che i dettagli ci saranno tutti, perfetti, ma leggermente meno definiti (sempre se si riescono a vedere).
Il voto relativo alla qualità di stampa è quindi un solido 9.

Software

Anycubic ha lavorato moltissimo nell’aggiornare il suo slicer Anycubic Photon Workshop che, ora, non ha nulla da invidiare a nomi più blasonati come Chitubox o Lychee. La sua funzionalità è eccellente e la velocità con cui affetta le stampe è incredibilmente alta.

Ottima la supportazione dei modelli sia in modo automatico sia in manuale con una quantità di impostazioni per ciascun tipo di supporto incredibile.

Anycubic Photon Mono M7 Max Software

Davvero utili le funzioni di riparazione di eventuali errori nel pezzo, di taglio (nel caso di oggetti di grosse dimensioni che non entrino nel piatto) e quella che permette di personalizzare con una scritta i pezzi oltre alle ormai “classiche” di svuotamento e foratura. Con Anycubic Photon Workshop è poi possibile avviare le stampe in modalità remota dopo aver proceduto a creare i supporti e “affettare” il tutto. Nella tab Workbench potrai addirittura controllare in remoto l’andamento della stampa.

Se non ti trovi puoi comunque utilizzare Lychee mentre per il supporto diretto in Chitubox sarà necessario aspettare ancora un po’. Volendo puoi sempre preparare la stampa utilizzando Chitubox, esportare il piatto come un STL e importarlo su Photon Workshop per poi creare il file senza i supporti attivati (verranno utilizzati quelli già impostati da Chitubox); un escamotage complicato, certo, ma funziona.

Ottimo l’OS creato apposta da Anycubic per M7 Max. I sensori presenti sotto il display assicurano stampe perfette fin dai primi layer e la tecnologia di ripresa della stampa post-blackout funziona senza alcun difetto.

Dal display Touch screen si possono gestire la maggior parte delle funzioni della stampante compresa la pulizia della vasca e l’abilitazione di alcune funzioni della stampante stessa come, per esempio, il rifornimento automatico della vaschetta o il riscaldamento della resina.

Anycubic Photon Mono M7 Max – Verdetto

Dopo un test molto approfondito che dire di Anycubic Photon Mono M7 Max se non che Anycubic ha creato una stampante eccellente sotto tutti i punti di vista.

Ha tenuto conto dei suggerimenti degli utilizzatori della precedente M3 Max per creare un modello affidabile, preciso e pratico.

Il setup è veloce, l’impostazione della rete WiFi procede senza alcun problema e il software è un passo avanti rispetto alle precedenti versioni.

A livello di praticità troviamo che la calotta flip-up sia la scelta ideale sia per contenere gli ingombri sia per evitare di danneggiarla viste le dimensioni; anche la rinuncia al livellamento automatico in favore del classico sistema a quattro punti è improntato alla funzionalità.

Nel caso in cui il pezzo sia di dimensioni generose permette uno stacco deciso dal FEP mentre se si sta stampando un oggetto molto lungo e sottile si evita che l’oggetto possa muoversi.

Concludendo Anycubic Photon Mono M7 Max è una stampante eccellente, proposta a un prezzo allineato alla tecnologia presente e molto semplice da utilizzare anche da parte di un neofita. 

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