Anycubic Photon Mono X2 • Recensione Stampante 3D
Nel mondo della stampa 3D, le stampanti a resina hanno una marcia in più nel realizzare velocemente oggetti con una finitura estetica perfetta e Anycubic Photon Mono X2 è una tra le migliori stampanti mid-size attualmente sul mercato.

Bastate su tecnologia MSLA (Masked Stereo Litography Apparatus) evoluzione diretta della SLA, queste stampanti sono utilizzate nella produzione sia di modelli funzionali, sia estetici, grazie alla loro capacità di creare superfici perfettamente lisce.
La differenza tra Anycubic Photon Mono X2 ed altre sue concorrenti la fa però la sua velocità di stampa, capace di spingerla fino a un impressionante dato di 60mm all’ora sull’asse Z.
Indice dei contenuti
- 1 Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Specifiche tecniche
- 2 Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Unboxing
- 3 Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Setup
- 4 Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Software
- 5 Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Prova di stampa
- 6 Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Test sul campo
- 7 Anycubic Photon Mono X2 – Long test run
- 8 Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Conclusioni
Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Specifiche tecniche
Volume di stampa | 196 x 122 x 200 mm |
Velocità di stampa | Fino a 60mm/ora |
Precisione | 48μm |
Materiali stampabili | Resina standard, trasparente, ABS like, tough, flessibile, water washable, ecc a 405 nanometri |
Sorgente luminosa | Improved Anycubic LighTurbo |
Risoluzione | 4k+, 4.096 x 2.560 pixel |
Dimensioni schermi | LCD 9.1” monocromatico, TFT 3.5” touch |
Materiale piatto di stampa | Lega di alluminio incisa al laser |
Software | Photon Workshop, compatibile con Chitubox e Lychee. |
Dimensioni | 29 x 26 x 41,7 cm |
Peso | 7 kg |
Prezzo | € 389,00 |
Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Unboxing
Quando si apre la scatola di Anycubic Photon Mono X2 la prima cosa che noti è la quantità di imballi conformati per evitare qualsiasi tipo di danno alla stampante e alla sua copertura di policarbonato giallo. Ma andiamo con ordine.
Tolto l’involucro protettivo, troverai la base della stampante, il piatto di stampa, la vasca per la resina e una scatola contenente viti, chiavi a brugola, istruzioni e accessori per terminare l’assemblaggio della Photon Mono X2. Come sempre nei prodotti Anycubic la dotazione è eccellente e non avrai alcun problema ad iniziare a stampare il file di prova nel giro di qualche minuto.

Il design di Anycubic Photon Mono X2 è leggermente differente dalle stampanti della serie Photon viste finora (decisamente squadrate) e vanta un profilo più elegante della cover in policarbonato, così come della relativa base.
Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Setup
Dopo aver sballato tutto e collegato l’alimentatore, è arrivato il momento di accendere la stampante, sollevare il braccio di stampa ed effettuare il setup della Anycubic Photon Mono X2.

Si completa la configurazione togliendo le pellicole protettive al piatto di stampa e ai due display, tirando fuori la vasca della resina dalla busta di pluriball (se ci fossero pellicole protettive vanno tolte anche da quella) e le viti dalla scatola degli accessori. Prima di posizionare la vasca, consiglio di installare la pellicola protettiva (diversa da quella presente di fabbrica) dello schermo, così da proteggerlo in caso eventuali gocce di resina ci cadessero sopra (e fidati, il ricambio è costoso, quindi meglio montare la protezione).
Fatto questo si “fa lo zero”, ovvero si porta il piatto di stampa di Anycubic Photon Mono X2 ad aderire perfettamente allo schermo. Per farlo si allentano le quattro viti sui fianchi del piatto di stampa fino a che questo possa muoversi liberamente, si posiziona il cartoncino per lo zero presente nella scatola degli accessori sullo schermo, si entra nella sezione “tools” del menù della stampante e si tocca “Move Z”, seguito dal tasto con il disegno della casa.

Il braccio comincerà a scendere fino a toccare lo schermo. Fatto questo si serrano quindi le viti tenendo premuto leggermente il piatto con le dita per poi provare a muovere il cartoncino. Se questo non si muove, si procede toccando il tasto “0.1mm” nel menù, seguito da quello con la freccia verso l’alto più volte finché non inizierà a farlo. Al termine basterà premere “Z=0” e confermare per far alzare il piatto di stampa. Un procedimento più difficile a spiegarsi che a farsi.

Ora basterà riempire la vasca di resina facendo attenzione a non superare il livello massimo indicato nella vaschetta, inserire la chiavetta USB in dotazione e stampare il file test dall’opzione “print” del menù della stampante. Un paio d’ore dopo troverai appeso al piatto il cubo di test con la scritta Anycubic al centro.
Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Software
Siccome non credo che tu abbia comprato una Anycubic Photon Mono X2 solo per stampare cubi di test, una volta terminata la stampa e pulito il piatto, potrai procedere a stampare i tuoi file utilizzando lo slicer in dotazione, ovvero Anycubic Photon Workshop. Attualmente Photon Workshop è l’unico in grado di produrre file per la X2, ma Anycubic assicura che sarà compatibile anche con slicer più diffusi come Lychee o Chitubox, non appena i rispettivi sviluppatori aggiorneranno i loro database.

L’importazione dei file in Photon Workshop è semplice, mentre richiede un attimo più di attenzione in fase di posizionamento e nell’aggiunta dei supporti. Per i modelli di grandi dimensioni anche Photon Workshop prevede la possibilità di svuotarli, creare la relativa struttura a nido d’ape e praticare i fori per far uscire la resina che, altrimenti, resterebbe all’interno del modello, facendolo “esplodere” dopo qualche tempo (nessun botto, ma crepe e colate sono assicurate se non si cura adeguatamente il modello anche all’interno).
Una volta terminata la fase di posizionamento, supporto e slice del modello, basterà salvare il file sulla chiavetta USB, inserirla nello slot e, dopo avere riempito la vasca di resina, stampare.
Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Prova di stampa

Per effettuare il test di Anycubic Photon Mono X2 ho proceduto a stampare, con resina Anycubic Water Washable + trasparente, il file TEST presente di default sull’USB stick fornito in dotazione. La stampante ha portato a termine l’operazione senza alcun problema in circa tre ore e mezza, dopo di che ho provveduto a pulire la stampa utilizzando alcool IPA (che non è una birra ma la sigla di IsoPropilic Alcool) e curandola per circa cinque minuti con led UV. Il software di gestione della stampante ha funzionato senza alcun problema, permettendoci di visualizzare una piccola preview del file da stampare, sia i tempi di stampa (attuale e previsto).

Un veloce colpo di spatola e la stampa si è staccata dal piatto. Il display da 4.096 x 2.560 pixel, con rapporto di contrasto da 350:1, ha fatto in modo che le “fette” del file venissero riprodotte perfettamente anche grazie alla potente sorgente da oltre 27.320 lux, posizionata appena sotto il display. L’asse Z di Anycubic Photon Mono X2 si è dimostrato perfettamente stabile grazie alla doppia rotaia e alla vite senza fine azionata dal motore con accelerazione da 10 um (micron) realizzato da Anycubic, che ha permesso al modello di “crescere” senza alcun difetto. In pratica tutto è stato pensato per fare in modo che il risultato fosse come mi aspettavo.
Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Test sul campo
Un file di test non è comunque sufficiente a permetterci di capire se la Anycubic Photon Mono X2 sia in grado di confrontarsi ad armi pari con altri bestseller Anycubic, come l’ormai rodata Photon Mono X.

Per metterla alla prova abbiamo quindi proceduto a stampare il piccolo drago disegnato da Great Grimoire, uno degli studi di produzione di STL più conosciuti. La particolarità di questo file è data dalla sua scomposizione, che ci ha permesso di mettere alla prova la Photon Mono X2 con varie superfici, dalla roccia alle ali, al corpo del nostro draghetto.
Impiattato il file, ho provveduto a supportare (in modo automatico) i vari componenti del drago per poi creare il file stampabile. Qui sono emerse alcune mancanze dello slicer fornito come, per esempio, la necessità di alzare manualmente gli oggetti sul piatto per evitare che la base dei supporti compenetrasse l’oggetto. Non solo, durante la fase di supportazione, Anycubic Photon Workshop si è dimostrato poco intuitivo nella rotazione dei pezzi nelle posizioni ottimali, andando spesso a ruotare più pezzi contemporaneamente. Questa cosa (comune anche ad altri software) tende a rendere la preparazione dei pezzi più lenta di quanto dovrebbe essere e ci costringe a essere sempre molto attenti nel posizionamento dei supporti e nella rotazione degli oggetti.

Creato il file, l’ho trasferito sulla chiavetta, ho acceso la stampante e scelto il file da stampare. Una pressione su “Play” e Anycubic Photon Mono X2 ha iniziato a lavorare.
Il risultato è eccellente. Ogni dettaglio è riprodotto perfettamente a prescindere dal tipo di superficie. I dettagli sono perfetti e i supporti sono venuti via dalle varie parti senza alcun problema. Qualche minuto (15 minuti sono troppi considerando l’ingiallimento della resina dovuto a una sovraesposizione) di led UV e ho potuto assemblare le ali al corpo e posizionare il draghetto sulla roccia. Per chi volesse provvedere alla pittura degli oggetti, consiglio di dare una leggera mano di primer sulle superfici per migliorare l’ancoraggio della vernice al supporto.

Grazie al suo volume di stampa da 196 x 122 x 200mm (L x P x H) è possibile stampare anche statue, prototipi e altri oggetti che, una volta assemblati, raggiungono dimensioni più che generose.
Devo dire che la silenziosità della Photon Mono X2 è incredibile e permetterebbe di posizionarla anche in una stanza o un ufficio sufficientemente aerato senza creare problemi. Il condizionale è d’obbligo, perché Anycubic Photon Mono X2 è una stampante a resina, e la resina purtroppo ha un odore molto persistente e forte. In più sprigiona fumi che, alla lunga, risultano dannosi alla salute. Quindi, per usare Anycubic Photon Mono X2, conviene pensare a una stanza riscaldata, sufficientemente aerata ed è necessario utilizzare sempre i guanti in fase di riempimento, maneggio e pulizia della stampante.
Anycubic Photon Mono X2 – Long test run
É passato un mese da quando abbiamo pubblicato la recensione di Anycubic Photon Mono X2 e, durante questo tempo, abbiamo continuato a usare questa stampante sostituendo la nostra Anycubic Photon Mono X 4K per vedere come si sarebbe comportata l’ultima nata in casa Anycubic.

Iniziamo col dire che se stai cercando una stampante di medio formato Anycubic Photon Mono X2 è sicuramente un’ottima scelta per tanti motivi, a partire dalle dimensioni di stampa che, con i suoi 196 x 122 x 200mm (L x P x H), offre un volume di tutto rispetto. A colpirci è stata però la sua qualità e costanza nella stampa. Cosa vogliamo dire? Semplice, Anycubic Photon Mono X2 è un vero e proprio bulldozer instancabile. Una volta impiattati gli oggetti, perdonateci questo adattamento “masterchefiano”, aggiunti i supporti e impostati i parametri, Anycubic Photon Mono X2 porterà a termine la stampa con un rateo di fallimenti prossimo allo 0.

Ovvio se si vuole sfruttare al massimo la sua velocità di stampa fino a 60mm/h (a scapito della qualità) o sperimentare, questo valore rischia di salire ma, una volta trovati i valori corretti, Anycubic Photon Mono X2 centrerà sempre il risultato. Il merito di tutto questa va principalmente a due sue caratteristiche tecniche come il display monocromatico da 9.1” con risoluzione 4K+ (equivalenti a 4.096 x 2.560 pixel) e la sorgente UV con matrice Anycubic LighTurbo. Il primo ha un rapporto di contrasto di 350:1, la seconda ha una potenza superiore ai 27.320 lux.

Ok, ma che significa? Molto semplicemente Anycubic Photon Mono X2 ha una sorgente UV più potente della concorrenza che illumina un display monocromatico (quindi bianco e nero o, meglio, acceso/spento) che fa arrivare i raggi UV senza perdite significative alla resina. Rispetto ad Anycubic Photon Mono X poi il miglioramento si traduce in un 4% in più per quanto riguarda la precisione del singolo pixel, che arriva a un valore di 48um, su uno schermo più grande del 3,8%. Non solo, la sorgente UV di Anycubic Photon Mono X2 irradia i raggi sia perpendicolarmente sia parallelamente al display, permettendo una distribuzione più uniforme della luce. Come sopra, che significa? Anycubic Photon Mono X2 stampa meglio e in modo più “preciso” nell’ordine dei micron, quindi con meno “scalettature” rispetto al modello precedente.

Un’altra caratteristica che abbiamo apprezzato moltissimo è la piastra di stampa in lega di alluminio incisa al laser. Rispetto ad altre stampanti Anycubic ha optato per incidere il suo piatto di stampa con un motivo a scacchiera invece di satinarlo. Questo ha fatto in modo di assicurare alle stampe un’adesione ideale alla superficie e, contemporaneamente, far sì che basti un colpo con la spatola per separare la stampa dal piatto senza distruggere i supporti (puoi anche farlo, ma renderesti più fastidioso pulire il piatto e in fase di cura l’oggetto sarebbe meno stabile).
Unico neo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, lo slicer. Anycubic Photon Workshop è uno strumento eccellente ma manca di intuitività e praticità d’uso. Per fortuna altri slicer come Chitubox e Lychee ci sono venuti in aiuto. Tra i due solo Lychee supporta direttamente la stampante, quindi abbiamo provato a preparare alcuni file riuscendo a stampare senza problemi. Con Chitubox, in attesa che gli sviluppatori inseriscano il plug-in tra quelli presenti, abbiamo preparato l’oggetto, lo abbiamo esportato come .stl e utilizzato Photon Workshop come slicer; una soluzione macchinosa ma pagante sotto molti aspetti.

Anycubic Photon Mono X2 è poi compatibile con un gran numero di resine, non solo con quelle prodotte da Anycubic. Durante il test abbiamo provato resine ABS Like, Tough, Water Washable, standard e con le ultime Plant Based. Tutte hanno fatto registrare risultati eccellenti a prescindere dai soggetti. Ecco, i soggetti. Cosa abbiamo stampato?

Recensione Anycubic Photon Mono X2 • Conclusioni
Veloce, silenziosa ed estremamente funzionale. Questo il mio giudizio su Anycubic Photon Mono X2. Tutto perfetto quindi? Ni.
Mi spiego. La stampante funziona senza alcun problema grazie alle varie tecnologie messe in campo da Anycubic per realizzare questa nuova Photon. Lo schermo monocromatico da 9.1” con una precisione di 48 micrometri e risoluzione 4K+, la doppia guida per l’asse Z, la sua velocità fino a sei centimetri all’ora, il piatto stampa perfettamente rettificato, con incisione al laser per permettere sia una corretta adesione dei pezzi, sia facilitare il distacco post-stampa sono aspetti difficili da criticare.
La completa dotazione di base, comprendente anche una pellicola di protezione del display (non mi risultano altri produttori che la forniscano di serie) e la qualità dell’assemblaggio fanno di Anycubic Photon Mono X2 una stampante Mid-size difficilmente battibile dalle stampanti di pari fascia attuali. Peccato solo per il software poco intuitivo, che rende l’esperienza d’uso a volte frustrante, soprattutto fino a che gli sviluppatori degli slicer più utilizzati sul mercato, parliamo di Chitubox e Lychee, non forniranno piena compatibilità a questa stampante.
Principalmente figure di vario tipo che spaziavano da Evangelion a Mercoledì Addams a One Piece. Abbiamo preferito stampe di dimensioni medio-grandi senza saturare il piatto per evitare di mettere sotto stress il FEP. Il risultato è sempre stato ottimo ad eccezione di un pattino di atterraggio per un drone che, per un errore di chi vi scrive, è rimasto incollato al FEP. In questo caso, una esposizione da 15 secondi dello schermo completo ha risolto il problema, ma la risoluzione a questo e altri piccoli problemi legati all’uso delle stampanti 3D la rimandiamo a un altro articolo…