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Payday 3 • Recensione PC

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I rapinatori non vanno mai in pensione
Payday 3 fa il suo rocambolesco ingresso nel mercato, ma dopo pochi giorni torna completamente operativo. Con ben 8 rapine a difficoltà crescente, una vasta selezione di bocche da fuoco e una grande varianza di build personalizzabili, Starbreeze ha confezionato per i giocatori il nuovo capitolo del più grande e amato degli heist game.
Trama e narrativa
7
Gameplay
8.5
Comparto estetico
7
Comparto tecnico
7
Comparto audio
7.5
PRO
Live service a tema rapine
Alta personalizzazione
Shooting eccezionale
CONTRO
Servono patch per il quality of life
Ottimizzazione mediocre
I DLC comporranno il core del gioco
7.5

A ben 10 anni di distanza dal precedente capitolo, torna sui nostri scaffali digitali Payday 3. Sfortunatamente il terzo capitolo dell’heist game di maggior successo al mondo è stato vittima di un pessimo ingresso sul mercato.

Sono infatti tantissimi gli utenti, me compreso, che non hanno avuto vita facile nelle prime 72 ore del titolo. Gli sviluppatori non erano probabilmente consci della grande mole di giocatori che si sarebbero riversati sui server al day one ed il gioco ne ha risentito nei giorni successivi.

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La Payday gang è tornata

Da contraltare per questo pessimo arrivo sul mercato ci sono però i dati dei server: al day one c’erano, sommando il numero di giocatori su tutte le piattaforme, circa 1,3 milioni di giocatori.

Sfortunatamente però questi numeri sono andati contro il titolo della svedese Starbreeze Studios. Su Steam infatti le recensioni negative di giocatori che si lamentano quasi unicamente delle pessime prestazioni dei server superano le recensioni positive del doppio.

A pochi giorni dal lancio però la situazione sembra essersi acquietata e l’heist game più atteso del momento è finalmente accessibile a tutti.

Payday 3 • Trama e narrativa

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Dopo il grande colpo alla Casa Bianca, con l’addio di Bane il gruppo aveva deciso di abbandonare la rocambolesca vita criminale e spendere la “pensione” drink alla mano.

Payday 3 invece inizia con la payday gang riunita in un seminterrato, in fuga, vittima di un complotto che ha prosciugato i loro risparmi. Dallas, Wolf, Chains, Hoxton e Joy vengono raggiunti dalla misteriosa Shade, spalla di Bane rimasta fin ora sempre nel buio, decisa ad aiutare la payday gang e vendicarsi contro chi ha avuto la pessima idea di rubare ai ladri più ricercati al mondo.

I colpi presenti al lancio sono otto e vengono intervallati da brevi cinematiche 2D che raccontano una trama interessante ma poco approfondita.

Una cosa che fa storcere il naso sono sicuramente le cinematiche 2D ad immagini statiche che gli sviluppatori hanno deciso di inserire come intermezzi tra un colpo e l’altro. Nel precedente capitolo erano Bane e gli altri intermediari a raccontare una storia fatta di complotti e interessi che venivano a galla eseguendo i colpi in un certo ordine.

In questo Payday invece i colpi sono già predisposti in sequenza e, al loro interno, trovano posto dialoghi che riescono a narrare la trama molto meglio di come non facciano le cinematiche.

La natura di titolo live service si ripercuote tanto sulla trama, in cui personaggi lievemente caratterizzati fanno la loro apparizione in pompa magna, quanto sul finale, lasciando presagire futuri contenuti.

Payday 3 • Gameplay

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Il gameplay della Payday saga è forse l’aspetto che più ha contraddistinto la serie e che tutt’ora riesce a distaccarla da tutti gli altri giochi FPS presenti sul mercato.

I cambiamenti apportati sono però riusciti a distaccare il terzo capitolo dall’iconico Payday 2, sovrano indiscusso del genere.

Il primo controverso cambiamento è il modo di entrare in partita: il gioco è interamente online e offre tre opzioni di gioco, entrare o creare una sessione pubblica, privata o per soli amici partendo dalla scelta del colpo.

La possibilità di entrare in una lobby già formata, in un colpo già avviato o creare una lobby ex novo è una scelta che non viene data al giocatore, come invece avveniva in Payday 2, dove, nella mappa di pre-partita, potevi vedere le diverse lobby e anche le preferenze per stealth o loud impostate da chi aveva creato la lobby.

Sfortunatamente anche quest’ultimo aspetto viene meno. È infatti impossibile sapere in anticipo se chi ha creato la lobby vuole avviare il colpo in stealth o in loud o anche solo sapere il livello di infamia di chi ci accompagnerà in missione.

Tutte queste mancanze sono però facilmente ovviabili con un aggiornamento di quality of life che sicuramente non tarderà a venir annunciato.

Un aspetto che mi è sembrato di scorgere in questo gioco è lo scarso approfondimento della giocabilità con persone sconosciute, come se chi avesse progettato il gioco avesse dato per scontato che chiunque abbia tre amici in chiamata vocale disposti a giocare a Payday 3.

Stealth o Loud

Tra le due modalità lo stealth è sicuramente quella che ha subito un maggior approfondimento, a discapito però della fase di pre-pianificazione in lobby presente in Payday 2.

In questo titolo infatti non ci sarà più la possibilità di avere la cartina della mappa sotto mano per poter disegnare percorsi ed eventuali strategie, ma ciò sarà tutto nelle mani dei giocatori che potrà tardare o anche evitare del tutto di indossare la maschera per svolgere il colpo in completo silenzio.

Questo aspetto del gameplay è stato molto ampliato con l’uso delle key card o dei codici QR per poter accedere ad ambienti sorvegliati e con l’uso molto più attuale ed avanzato dell’hacking, arrivando a dare ai giocatori una modalità stealth molto più espansa del precedente capitolo.

La modalità loud invece non ha subito grandi modifiche. Essendo l’approccio più aggressivo, si è puntato a dare ulteriore varietà alle forze dell’ordine che a ondate assalteranno l’edificio.

Ecco comparire quindi le forze di sabotaggio che puntualmente staccheranno la corrente o le “rescue team”, squadre adibite al salvataggio degli ostaggi.

Una cosa che invece mi ha stupito è lo shooting: il feeling con le armi e la loro maneggevolezza è di una qualità talmente eccelsa che mai mi sarei pensato di trovarla in un titolo della Payday saga.

La responsività delle bocche da fuoco è riuscita a farmi amare, nonostante sia un appassionato degli stealth game, in particolare di quello presente in Payday 2, le sessioni di shooting, molto più di un qualsiasi altro titolo shooter uscito negli ultimi mesi.

Infamia

La progressione del livello del giocatore, l’infamia, non subisce invece chissà quale cambiamento. Come nel precedente capitolo infatti, aumentando di livello di infamia, il giocatore potrà accedere a nuove armi, nuovi completi e fino a 20 punti abilità da poter suddividere tra le 17 abilità, ognuna delle quali avente un minimo di 6 diverse specializzazioni da scegliere singolarmente.

Ogni arma ha poi accessori, colori e motivi che si sbloccano con l’avanzare del livello dell’arma.

La progressione del livello di infamia è distaccata dal guadagno effettivo del colpo e sarà corrisposta al numero di obiettivi e sfide che si andrà a completare.

Payday 3 • Comparto estetico

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Sviluppato in Unreal Engine 4, Payday 3 riesce sicuramente ad essere un buon passo avanti rispetto al precedente capitolo, ma comunque non al passo coi tempi.

Texture e illuminazione dinamica sono di buona qualità, ma non riescono a raggiungere i livelli di altri titoli odierni. La saga di Payday non è mai stata nota per un comparto grafico altisonante, ma ciò non è sufficiente per giustificare un titolo che nel 2023 pecca di qualità grafica, risultando vecchio fin dal day one.

Alla fin fine però la grafica non svaluta l’impatto visivo delle ambientazioni, che rimangono visivamente accattivanti e tutte distinguibili le une dalle altre.

Anche l’HUD e la UI dei menù è stata rinnovata e per lo più ripulita cercando di arrivare a un minimalismo che più di una volta mi ha ricordato lo stile già sperimentato da Ubisoft in Rainbow Six Siege.

Va però criticato l’uso delle icone dato che in certi casi mi sono trovato ad avere più di una stessa icona sullo schermo, senza però sapere cosa stessero a indicarmi.

Payday 3 • Comparto tecnico

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Come appena detto, il gioco non è in possesso di chissà quale veste grafica, gli ambienti non sono chissà quanto espansi e quindi non si riesce a capire come mai il gioco sia vittima di sporadici, ma seppur sempre presenti, singhiozzi al frame rate.

Nelle ore che ho provato il titolo non sono mai incappato in crash, casi lampanti di stuttering o un qualsiasi altro problema tecnico che ormai attanaglia tutti i giochi di questa epoca. C’è però da notare che il gioco non riesce a mantenersi fluido.

Non avendo un chissà quale carico di lavoro, viene da pensare che i problemi siano dovuti a un lavoro di ottimizzazione che in parte è ancora in divenire. In fin dei conti, l’Unreal Engine 4 è un motore grafico in grado di dare grandi soddisfazioni, al costo però di una competenza che solo uno sviluppatore navigato può avere.

Per quanto riguarda opzioni e accessibilità, il gioco si mostra completo, c’è quindi da aspettarsi che, tra le varie migliorie che potranno venir apportate al titolo, vi possa essere in futuro ben più di una patch per migliorare le prestazioni.

Payday 3 • Comparto audio

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L’audio di Payday 3 è di buona qualità, sebbene talvolta mi si siano presentate situazioni in cui il problema era stato causato proprio dall’audio.

Per intenderci, l’audio del gioco lavora perfettamente, anche se le tracce audio tendono a sovrapporsi, riuscendo ad amplificare la tridimensionalità degli ambienti. Ciò che però porta al danno è come il nemico risponde ai suoni generati da noi.

Al di là dell’IA dei nemici, che infatti non spicca in alcun modo, la loro risposta ai suoni generati dal giocatore si trasforma in un semplice trigger che porta la guardia ad avvicinarsi all’origine del suono, pattugliare brevemente l’area per poi gettare la spugna e tornare al suo percorso natio. Può però capitare che talvolta l’IA entri in confusione e la guardia di turno rimanga in un perenne stato confusionario.

Le musiche e gli avvisi sonori del gioco sono invece della stessa qualità del precedente capitolo. Ogni musica nelle fasi loud è coinvolgente e fa capire alla perfezione se le forze dell’ordine siano in procinto di attaccare o ferme in attesa di ordini, stessa qualità mantenuta per gli avvisi sonori delle telecamere e dei sensori.

In ultima istanza, va detto che il gioco non ha la localizzazione in lingua italiana, ma in fin dei conti non avrei mai creduto che uno studio piccolo come la Starbreeze si potesse interessare a usare doppiatori italiani.

Payday 3 • Verdetto

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Tra alti e bassi, Payday 3 riporta la formula dell’heist game di nuovo in gioco, rinnovando, migliorando e, in certi casi, perdendo anche qualche pezzo. Nulla che qualche patch non possa mettere a posto.

Sebbene il suo arrivo sul mercato sia stato quanto mai rocambolesco, Payday 3 si mostra molto solido nella sua formula di heist game. Sapendo inoltre che il gioco è un live service, bisogna aspettarsi un ciclo continuo di dlc e contenuti gratis e a pagamento che sicuramente aumenteranno esponenzialmente il life time di questo titolo.

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