Cyberpunk 2077: Phantom Liberty • Recensione PC
Cyberpunk 2077 è stato, senza dubbio alcuno, uno dei giochi più attesi delle ultime due generazioni di videogiochi, grazie, da un lato, ad una campagna marketing che ha visto coinvolto il celebre attore Keanu Reeves e, dall’altro, un curriculum degli sviluppatori che si è impreziosito dopo il rilascio sul mercato di The Witcher 3: Wild Hunt, vincitore del GOTY nel 2015.
Il resto (purtroppo in questo caso) è storia, dal momento che fin dalla sua release nel 2020 Cyberpunk 2077 è stato affetto da diverse problematiche, che hanno visto innanzitutto coinvolto il lato tecnico del titolo, ma anche una buona porzione di sezioni ludiche, deludendo così buona parte del pubblico.
Nonostante ciò, CD Project Red non si è mai arresa e, nel corso degli anni, ha costantemente rilasciato numerosi aggiornamenti più o meno impattanti al fine di rendere l’esperienza di gioco sempre più piacevole, giungendo ad una versione Next-Gen del titolo ed infine ad una fondamentale versione 2.0, affiancata dal rilascio della prima ed unica espansione per il titolo: Phantom Liberty.
Indice dei contenuti
“Il tradimento non è mai bianco o nero”
Phantom Liberty non ha infatti solo l’obiettivo di ampliare l’offerta ludo-narrativa del titolo, ma anche di chiudere anni di grandi update, offrendo un’avventura che possa presentare Cyberpunk 2077 nella sua massima forma espressiva, grazie anche a quella versione 2.0 sopracitata e che verrà approfondita in seguito, in quanto elemento fondante dell’impianto ludico dell’espansione.
È chiaro dunque come il peso delle aspettative ricada nuovamente sugli sviluppatori, che dovranno così riconquistare i giocatori e dimostrare di meritare nuovamente la loro fiducia.
Sarà dunque Phantom Liberty riuscito dove il gioco base, al lancio, aveva fallito? La risposta è chiaramente più complessa di quanto possa sembrare, ma possiamo già anticiparvi come CD Project Red sia tornata in grande stile, mantenendo stavolta tutte le promesse fatte e regalandoci un’avventura che chiunque possegga il gioco base dovrebbe provare.
Trama e narrativa
Gli eventi di Phantom Liberty prendono il via a circa metà dell’avventura principale, più precisamente a seguito delle indagini svolte da V nel distretto di Pacifica. Verremo infatti contattati da una misteriosa donna di nome Songbird che sembra conoscere, per motivi a noi sconosciuti, le condizioni critiche in cui versa il nostro/la nostra protagonista, promettendoci una via di salvezza in cambio di un aiuto nel distretto di Dogtown.
Nella nuova area di gioco (che si integra perfettamente nella mappa originale) sta infatti per schiantarsi niente meno che l’aeronave della presidente degli NUSA, la Myers, che dovremo salvare prima che venga raggiunta da Hansen, ex colonnello degli NUSA che ha trasformato Dogtown nel suo regno criminale.
Rivelare ulteriori informazioni sugli eventi di Phantom Liberty sarebbe indecoroso, in quanto l’intreccio narrativo messo in piedi da CD Project Red risulta brillante, ricolmo di colpi di scena e di una profondità che non ha nulla da invidiare al gioco base.
L’impostazione scelta per questa avventura è quella tipica di un romanzo di spionaggio, che ti spingerà a dubitare continuamente non solo delle intenzioni dei singoli personaggi, ma anche (e soprattutto) delle tue scelte, le quali andranno ad influire pesantemente sullo svolgimento degli eventi.
Il dubbio ti accompagnerà infatti fin dall’inizio e non farà altro che crescere attraverso un’escalation di eventi sempre più roboanti, in cui si verrà a perdere, man mano che si procede, la differenza che sussiste (forse) tra bene e male.
Tutto ciò viene valorizzato ed esaltato da un cast di personaggi davvero eccellente, tra i quali spicca, chiaramente, Solomon Reed interpretato da Idris Elba, la cui magistrale performance ruba la scena ogni volta che appare a schermo.
L’unico in grado di tenergli testa è Keanu Reeves, che ritorna in questa espansione nei panni di Johnny Silverhand i cui interventi risultano, anche in questo caso, particolarmente preziosi ed efficaci, dimostrandosi un co-protagonista scritto in maniera impeccabile e carismatico come pochi.
Le tematiche affrontate da questa espansione, seppur in parte diverse da quelle del gioco base, non risultano meno efficaci, ma anzi riescono a dipingere un quadro complessivo pieno di sfumature di colore, trasportando il giocatore in un’avventura magnetica, che non perde mai il ritmo e suscita in lui un senso di disagio e smarrimento che conduce infine a profonde riflessioni sulla politica e sulla società.
Questo trionfo narrativo lo si riscontra anche nelle missioni secondarie, le quali, pur non essendo numerosissime, risultano tutte stratificate ed accattivanti, oltre che caratterizzate anch’esse da diversi finali, mettendo così sempre al centro la volontà del giocatore.
In definitiva, è chiaro come l’impianto narrativo di Phantom Liberty risulti eccezionale, se non addirittura superiore (per certi aspetti) a quello dell’avventura originale, presentando una partita a scacchi in cui solo i migliori potranno uscire vincitori. Starà dunque a te comprendere gli avversari, in modo da non diventare la loro pedina.
Ma cosa accadrebbe se la libertà dovesse rivelarsi una mera illusione? Sussisterebbe ancora la differenza tra giocatore e pedina?
Gameplay
Phantom Liberty non porta con sé grandi stravolgimenti alla formula, in quanto ciò è lasciato al tanto pubblicizzato update 2.0, che trasforma Cyberpunk 2077 in (quasi) un altro titolo. Questo aggiornamento è inoltre necessario per affrontare l’espansione, pertanto è impossibile discutere dell’uno ignorando l’altro.
Quello che riesce a fare egregiamente l’espansione è invece valorizzare tutte le aggiunte e le modifiche apportate, facendo di se medesima un campo di prova per tutto ciò a cui gli sviluppatori hanno duramente lavorato e che adesso analizzeremo nel dettaglio.
Perché la versione 2.0 di Cyberpunk 2077 non è semplicemente un’ennesima patch, quanto una vera e propria rinascita ludo-strutturale, che va a rafforzare i pilastri dell’esperienza, conducendola ad espressioni che finora erano state solamente desiderate dall’utenza.
Cyberpunk 2.0
Iniziamo questa analisi con lo stravolgimento dello skill tree, il quale è stato totalmente ridefinito, offrendo diverse nuove abilità e potenziando alcuni rami, tra i quali quello del netrunner (ovvero ciò che corrisponde al ramo “Intelligenza“), che adesso può contare su una serie di potenziamenti che lo renderanno davvero temibile.
In realtà tale discorso può essere applicato in maniera universale, dal momento che adesso non vi sono più abilità superflue ed anzi, indipendentemente da quale strada viene intrapresa, tutte trovano una ragion d’essere all’interno dell’offerta ludica, offrendo al giocatore non solo un’ampia scelta di personalizzazione, ma donandogli anche una sensazione concreta di sviluppo che prima era solo accennata.
Sia che tu prediliga le armi da fuoco a quelle da taglio o viceversa, sia che tu preferisca la furtività o l’hacking, troverai sempre le abilità necessarie per esprimere al meglio la tua volontà, permettendoti di costruire (finalmente) vere e proprie build efficaci e, soprattutto, divertenti da utilizzare.
Specifico dell’espansione è invece il nuovo ramo denominato “Relic”, il quale permette di accedere ad una nuova serie di abilità che renderanno il personaggio una macchina da guerra ancora più temibile. Per ottenere questi potenziamenti sarà necessario spendere dei punti abilità specifici, che si otterranno tramite alcune missioni o trovando alcuni box con informazioni celate in giro per Dogtown.
A coadiuvare il tutto vi è poi il sistema di cyberware, anch’esso protagonista di una trasformazione radicale. Questo infatti non solo permetterà di ottenere abilità o bonus passivi tramite l’installazione di impianti, ma sarà anche il principale responsabile dell’armatura del personaggio precedentemente gestita dagli abiti, che assumono così solo un valore estetico, permettendo ulteriore libertà di scelta e personalizzazione.
L’interazione tra il sistema di abilità e cyberware funziona alla perfezione, creando una sinfonia ludica da tempo agognata e che adesso può esprimere al meglio le sue facoltà.
Le novità, con gaudioso stupore, non terminano qui, in quanto è stato revisionato anche la gestione delle cure e delle granate adesso limitate ad un timer di utilizzo, che ne rende l’uso molto più oculato e strategico, senza però pesare sulla difficoltà generale del titolo.
È stato poi alterato l’uso della stamina, che d’ora in avanti non si consumerà più attraverso lo scatto ma solo durante i combattimenti, anche con l’uso delle armi da fuoco. Man mano che diminuirà la barra, calerà anche la precisione dei colpi, costringendoti ad una brevissima pausa prima di poter aprire nuovamente il fuoco.
Questa lieve modifica non va però ad intaccare il potenziale delle sparatorie, dato che non impedisce al giocatore di continuare l’attacco, ma ne influenza solo la precisione, che può comunque essere migliorata da abilità e bonus vari.
Altra aggiunta da annoverare è poi la possibilità di far fuoco durante le sezioni di guida, sia tramite semplici pistole, sia sfruttando le armi incorporate nei veicoli. Con questo update vengono infatti introdotti alcuni mezzi armati che sarà possibile acquistare ed ottenere attraverso il completamento di attività secondarie.
Il sistema di shooting alla guida risulta solido e divertente, oltre che un ottimo strumento per espandere ulteriormente le possibilità di gameplay.
A passare sotto i ferri è stato anche il sistema di loot, il quale permetterà di ottenere si meno oggetti, ma di una qualità superiore in relazione al livello del personaggio, privilegiando dunque la qualità piuttosto che la quantità.
Parlando proprio di livelli, bisogna sottolineare come sia stato totalmente rimosso il “livello suggerito” dalle varie attività (sia principali che secondarie), donando dunque al giocatore l’opportunità di effettuare le missione in qualunque momento egli lo desideri, in quanto il livello dei nemici scalerà con quello del protagonista.
Anche questi ultimi hanno infatti subito un redesign quasi totale, con comportamenti molto più idonei alle varie situazioni ed una maggiore capacità offensiva rispetto alle precedenti versioni. I nemici infatti, seguendo la progressione del giocatore, non solo diverranno più aggressivi, ma utilizzeranno equipaggiamenti ed impianti di qualità superiore, bilanciando molto bene la difficoltà.
È stato infine rivisto completamente il sistema di polizia e crimini, con pattuglie che risponderanno in maniera consona alla minaccia del giocatore fino al sopraggiungimento della MaxTac, una forza speciale che assumerà le sembianze di una mini bossfight anche abbastanza ardua.
Le novità non terminano qui, ma è già lapalissiano come l’intento di migliorare l’esperienza ludica del titolo sia andata a buon fine, consegnandoci una struttura ludica che adesso riesce a mostrare se stessa al meglio delle sue possibilità.
Contratti ed attività secondarie
Nonostante la mole di cambiamenti, Phantom Liberty aggiunge ulteriore carne al fuoco, offrendo nuovi contratti e quest secondarie che non hanno nulla da invidiare a quelle del gioco base. Queste attività si rivelano anzi il campo da gioco perfetto affinché il giocatore ponga in essere tutto ciò che è stato finora illustrato.
Grazie a Mr Hands V potrà dunque accedere a nuove missioni secondarie (divise tra contratti e quest vere e proprie), le quali, pur non essendo eccessivamente numerose, si sono dimostrate di una qualità eccellente sia sul piano ludico (offrendo diverse risoluzioni ed anche boss fights interessanti), sia sul piano narrativo, rimarcando ancora una volta la buona volontà del team di sviluppo.
Una completa novità è invece rappresentata dal recupero di alcuni veicoli per conto di El Capitàn, che ci chiederà di portare alcune auto in un luogo specifico superando una sfida a tempo oppure seminando (o eliminando) i nemici che ci ostacoleranno.
Per quanto queste ultime siano una gradita variazione sul tema, è un peccato che spesso costringano il giocatore ad abbandonare Dogtown per “tornare” a Night City, allontanandolo dunque da quella nuova porzione di mappa alla quale dovrebbe dedicare la sua attenzione; una scelta che si rivela un po’ paradossale.
In giro per Dogtown si troveranno infine dei rifornimenti che casualmente verranno lanciati all’interno del distretto e che il giocatore potrà decidere se recuperare o meno. Questi offriranno non solo l’occasione di combattere le forze di Hansem (o altre fazioni), ma anche premi speciali come armi o potenziamenti che ricompenseranno i giocatori più pazienti.
Phantom Liberty non stravolge dunque la formula di base del titolo, ma la qualità del contenuto offerto è rimarcabile, cementando quanto di buono fatto con l’update 2.0.
Comparto estetico
Se sei precedentemente rimasto incantato dall’opulenza e, contemporaneamente, dal decadimento offerti da Night City, Dogtown non sarà da meno, grazie ad una resa estetica che, se da un lato sfrutta pienamente la potenza degli hardware della corrente generazione, dall’altro riesce a rimarcare con forza tutte le contraddizioni di questo futuro distopico.
Dogtown è infatti una città dove la guerra non sembra essere mai cessata, eppure è facile trovare mercati fiorenti e palazzi che ancora conservano il loro perduto splendore, dove i ricchi possono crogiolarsi nel piacere a discapito degli abitanti che con la loro miseria rappresentano l’altra faccia della medaglia.
Tutti i pilastri del genere Cyberpunk vengono qui esaltati ed anzi potenziati, offrendo al giocatore una realtà che fa dei paradossi il suo fascino. Nonostante sia solo un nuovo distretto della città, Dogtown si rende dunque immediatamente riconoscibile, creando contemporaneamente continuità e rottura con Night City.
La medesima cura viene poi riposta sia nella resa dei personaggi (che appaiono più vivi che mai anche grazie ad una mimica facciale impressionante), sia nella realizzazione delle nuove armi, che rispecchiano al meglio lo stato di guerriglia a cui la città è costantemente sottoposta, divenendo quasi espressioni della realtà nelle quali sono inserite.
Comparto tecnico
Il comparto tecnico di Cyberpunk 2077 Phantom Liberty, e più in generale anche quello della versione base con aggiornamento 2.0, risulta (sulla carta) tra i migliori esistenti nel mondo videoludico.
A ben vedere, in termini di resa grafica, solo RDR2 riesce a tenere il passo a questo gioco che ha, dalla sua, l’implementazione ottimale delle tecnologie di Ray Tracing, DLSS ed upscaling di ogni genere.
Cyberpunk 2077 è il gioco graficamente più avanzato disponibile nel panorama dei videogames. Nulla da recriminare, dunque, circa questi aspetti.
Ciò che rimane di pessimo livello è la fisica delle automobili, delle moto e più in generale dei veicoli, durante cutscene e missioni. Non vi è alcun senso di movimento, le frenate non sono realistiche ma improvvise. Questa è una pecca che il gioco si porta dietro fin dal lancio e che non è mai stata corretta, neanche in seguito al recente aggiornamento.
Ciò che ha deluso in maggior portata è stata la presenza di bug invalidanti che, come vedremo, hanno incrinato in maniera irreversibile la giocabilità del titolo durante il nostro test con la versione beta esclusiva.
In particolare, si è verificato un grave bug del Relic che ha “freezato” un effetto visivo e sonoro in maniera permanente. Il video a seguire può mostrare chiaramente quanto possa essere frustrante convivere con questo bug anche solo per pochi secondi, o minuti. Nel nostro caso, reputando fosse un effetto dovuto alle condizioni di salute di “V”, abbiamo continuato a giocare per un po’.
Solo successivamente, in seguito a numerose conferme sul web, ho potuto scoprire che si trattasse di un bug di vecchia data, mai risolto ed incorreggibile, al tempo, sulla attuale versione di gioco (aggiornata alla 2.0).
Questo mi ha costretto, oltre a dover effettuare decine e decine di test e prove inutilmente, ad aspettare che le mod venissero aggiornate alla versione 2.0 così da poter disattivare quel determinato effetto (e quindi risolvere anche il bug dello stesso) e poter giocare nuovamente in tutta serenità.
Altrimenti avrei dovuto creare un nuovo salvataggio e cestinare parecchie ore di gioco.
Si tratta di un bug noto, mai corretto e che ha rovinato l’esperienza ludica a migliaia di persone: molte delle quali hanno dovuto perdere parecchio tempo nel fare test per provare a risolvere. Per ulteriori dettagli puoi prendere visione di questo thread di reddit su bug.
La ragione per la quale ho dato un voto basso al comparto tecnico è perché credo, e sono certo, che un’esperienza del genere, che provochi fastidio e frustrazione e rischi di compromettere ore di progressi è inaccettabile a tutti questi anni dal lancio. L’aggravante, ovvero che il bug persista da anni, non mi permette di concedere il beneficio del dubbio per la software house.
Comparto audio
Nessuna ambientazione sarebbe perfetta senza un ottimo comparto sonoro e Phantom Liberty non delude neanche sotto questo aspetto, grazie ad una colonna sonora eccellente capeggiata da un main theme che non ha nulla da invidiare alle migliori colonne sonore di 007.
Oltre a diversi nuovi brani, l’aggiornamento 2.0 porta con se tre nuove stazioni radio, ognuna caratterizzata da un genere differente, arricchendo così il quadro radiofonico.
Ad elevare ulteriormente il comparto sonoro ci pensa poi un ottimo doppiaggio in italiano, capace di enfatizzare in maniera adeguata le diverse situazioni senza mai risultare pacchiano o esagerato. Impossibile non citare Luca Ward (doppiatore di Johnny Silverhand) che con il suo magistrale lavoro porta in scena, ancora una volta, una performance che pochi possono eguagliare.
Verdetto
CD Project Red ce l’ha fatta, riuscendo finalmente a riscattare Cyberpunk 2077 tramite un’espansione che tira fuori tutto il meglio del titolo originale ed anche di più. Phantom Liberty è infatti non solo l’occasione perfetta per risolvere tutte le problematiche precedenti (grazie alla versione 2.0), ma anche lo strumento ideale per enfatizzare quanto di buono era stato fatto in partenza.
Una narrativa eccezionale, un comparto estetico superlativo ed una colonna sonora capace di toccare le giuste corde sono solo il preludio di un gameplay che adesso risplende d luce propria, grazie ad una profondità strutturale in grado di suscitare la gioia dei giocatori più esigenti.
Ci sembra superfluo ormai sottolineare come Phantom Liberty sia un acquisto obbligato per chiunque sia in possesso di Cyberpunk 2077, perché l’unico vero problema dell’espansione è che prima o poi si conclude.
Il futuro di CD Project Red appare oggi più radioso che mai. Speriamo di poter essere testimoni di un altro grande successo.