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Redfall • Prime impressioni PC

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È infine uscito Redfall, ultimo prodotto della francese Arkane Austin, gli stessi autori che ci hanno regalato opere di altissima qualità, quali la serie di Dishonored, Prey e Deathloop.

Sfortunatamente però, a chiunque può capitare di fare un brutto scivolone e questa volta è capitato proprio alla Arkane.

Il perché non mi è noto, forse complice l’abbandono del team, nel 2021, da parte di Romuald Capron, colui che aveva guidato la Arkane per diciassette anni, ha fatto si che il gioco uscisse sotto forma di un blando open world.

Ciò che infatti manca di più in Redfall è un’anima, un qualcosa che lo definisca appieno.

Già solo questa mancanza è un grave difetto in un videogioco, che viene poi accentuata da tutto un comparto estetico-tecnico che lascia molto a desiderare.

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Al di là infatti della trama, di cui parlerò più approfonditamente durante la recensione, nelle mie prime ore di gioco ho potuto constatare una mediocrità nell’estetica delle ambientazioni e dei personaggi che non appartiene alla Arkane di Dishonored o di Deathloop.

L’ambientazione non trasmette niente e le locations non hanno nulla di iconico. Se ad oggi riesco ancora a ricordarmi le vie di Updaam o i passaggi cangianti della villa di Jindosh, mi rattrista vedere che ogni volta che effettuo un viaggio veloce in Redfall mi tocca aprire la mappa per identificare la mia posizione.

Sul lato tecnico il discorso non è dissimile. Nei giochi Arkane la IA non ha mai brillato per acume, ma qui mi sono stupito nel conteggiare che su dieci scontri, in almeno 8 di essi vi erano bug con nemici che passavano le pareti o, peggio, vi rimanevano bloccati all’interno.

Fortunatamente su PC non sono stato vittima di crash, ma dire che il frame rate è ballerino è un eufemismo.

Spero di venir smentito più avanti nel gioco o magari con qualche corposa patch, ma per ora, le mie prime impressioni non si discostano poi molto dalle brutte recensioni di cui è protagonista il gioco.

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