Escape From Tarkov • Recensione
Recensire un gioco non è una cosa semplice. Quando vado a fare un’analisi di un gioco vengo posto davanti a un bivio: puntare il focus del discorso sull’aspetto tecnico e su tutto ciò che vi può essere di oggettivo oppure usare un metro di paragone con altri titoli.
Se parlassi solo dell’aspetto tecnico di un gioco andrei a perdere tutto ciò che rende il videogioco un prodotto poliedrico; in quanto tale infatti è composto infatti da innumerevoli aspetti che influiscono sull’esperienza del giocatore.
Mettere a paragone un gioco con altri, invece è una delle pratiche che meno preferisco. È già erroneo porre a paragone due titoli sviluppati dallo stesso studio, perché questi sono stati sviluppati in anni diversi, con persone diverse che hanno creato un gioco con temi e finalità divergenti. Il discorso non sarebbe lo stesso se il gioco in analisi fosse la fotocopia di un altro, ma questa non è la recensione di Valorant.
Indice dei contenuti
Escape from Tarkov: storia dello sviluppo
Escape from Tarkov è difficile da analizzare, perché ha un comparto tecnico inusuale, con parecchi alti e bassi, ed è l’opera prima di uno studio che ha usato come spunto per il proprio gioco una mod di Arma 3.
La mod in questione è Escape, meglio conosciuta anche come Escape from Tanoa, dove impersoni un fuggitivo dalla prigione dell’isola di Tanoa, solo e senza alcun equipaggiamento, con l’obiettivo di raggiungere i confini dell’isola e fuggire.
I giochi della serie Arma, in quanto simulatori di guerra moderna, hanno avuto e hanno tutt’ora una grande fetta di pubblico che viene proprio dai paesi slavi, quindi nessuno si stupì quando, nel 2012, il Lead Developer Nikita Buyanov, a capo della neonata Battlestate Games, iniziò lo sviluppo di un gioco basato proprio sulla mod Escape.
Trama e narrativa
Il comparto narrativo del gioco si basa principalmente su due fattori: le missioni dei vendor e l’ambientazione stessa delle mappe di gioco.
Le missioni dei vendor sono storie che narrano la vita di un paese lasciato a sé stesso, dove le persone lottano per sopravvivere ed il ritrovamento di una semplice batteria per auto può valere molto per molti.
Anche le mappe di gioco, narrano una storia: la distruzione di un paese, con edifici distrutti, zone disastrate da bombe e un’atmosfera generale di abbandono. Questo rende Escape from Tarkov un gioco molto intenso e coinvolgente, con una forte enfasi sull’esperienza di sopravvivenza in un ambiente ostile.
Gameplay
Escape from Tarkov è uno shooter in prima persona (quindi appartenente alla categoria dei giochi FPS), sviluppato dalla software house russa Battlestate Games.
Il gioco si svolge in una città fittizia, Tarkov, isolata dal mondo esterno, in piena crisi umanitaria, popolata ora da fazioni rivali composte da mercenari, criminali e civili armati.
Il gameplay di Escape from Tarkov è basato su un sistema di “raid”, missioni di esplorazione e combattimento all’interno della città.
Una volta entrato in partita, il giocatore deve raccogliere il maggior numero possibile di oggetti preziosi e armi, evitando di incappare negli NPC, gli “scavenger”, e negli altri giocatori, raggiungere un’uscita disponibile per poi rivendere il loot e consegnare eventuali missioni completate.
Il titolo è molto complesso e simulativo, con la mancanza di elementi dell’interfaccia utente come l’HUD, la mini-mappa o parametri vitali. Questo rende il gioco tanto suggestivo quanto impegnativo, poiché costringe il giocatore ad essere più attento e consapevole dell’ambiente circostante.
Il sistema di combattimento di Escape from Tarkov è molto accurato e dettagliato, con armi e munizioni ricostruite nel minimo dettaglio. Ciò significa che il giocatore deve tenere conto di molte variabili, come il tipo di munizioni utilizzate, la posizione del nemico, la distanza e l’effetto della fisica sulla traiettoria dei proiettili.
Altri parametri casuali come la penetrazione e il danno dei proiettili attraverso le superfici o le armature, lo spawn dei giocatori o degli NPC e anche lo spawn del loot contribuiscono a regalare sempre una nuova esperienza di gioco.
Un’altra caratteristica che rende Escape from Tarkov un prodotto unico è la possibilità di personalizzare le armi. Ogni parte dell’arma influisce su uno o più parametri, migliorando la precisione, la stabilità, l’ergonomia e altre caratteristiche. Questo offre una vasta gamma di opzioni per la personalizzazione delle armi, permettendo ai giocatori di adattare i propri strumenti alle preferenze di gioco.
Comparto estetico
In ambito grafico, Escape from Tarkov si fa uso della fotogrammetria. Per la maggior parte degli oggetti presenti in game, in particolar modo le armi, dopo la modellazione, ogni reference è stata fotografata per sintetizzare una texture quanto mai realistica dell’oggetto.
Le aree di Tarkov sono tutte molto dettagliate e, una volta navigato per la mappa, avrai abbastanza dimestichezza nel riconoscere l’ambiente circostante per orientarti.
Ogni raid ha un elemento specifico che ne definisce l’essenza: Factory è la mappa più piccola che trova posto in una vecchia fabbrica abbandonata dove i raid aerei hanno distrutto ogni cosa, Customs è la periferia industriale, con una piccola area boschiva a un lato ed un fiume che taglia a metà la mappa, Shoreline è un enorme resort che trova posto in un’immensa area boschiva con grandi spazi aperti, parlando di questi ultimi c’è invece Woods, un bosco con una piccola segheria al centro.
Nonostante queste ottime premesse però, il gioco non ha un comparto grafico eccellente, ma anzi, l’uso dell’ormai datato Unity 2019 impolvera ancora di più le strade della consunta Tarkov.
Comparto tecnico
Non sono sufficienti infatti le animazioni di eccellente fattura od il mood regalato dall’ambiente; il gioco zoppica, incespica e infine cade sul peso di un motore grafico vecchio e oberato da continue patch e aggiornamenti.
Sono infatti ormai anni che gli sviluppatori hanno preso l’abitudine di trattare i wipe (aggiornamenti pesanti che obbligano al reset di tutti i progressi dei giocatori) come veri e propri eventi di fine stagione.
I giocatori si ritrovano con un pugno di mosche in cambio di un paio di nuove armi, l’aggiunta di una nuova area ad una mappa preesistente o magari, se hanno fortuna, un’intera nuova mappa che, fino al prossimo wipe, sarà (molto probabilmente) non fruibile per chiunque non abbia una GPU paragonabile a una Nvidia RTX 3080.
Proprio con la compatibilità si apre inoltre una nuova parentesi. Chiunque, dal 2016 (quando fu resa disponibile l’alpha del gioco) ad oggi, ti dirà che il gioco è pregno di cose che si incastrano male e all’improvviso smettono di funzionare.
Io per primo ho fatto un salto di qualità dal giocare Escape from Tarkov con un portatile con una Nvidia GTX 1050ti ad una più moderna Nvidia RTX 3060 e ciò che ho ottenuto sono stati una grafica Full HD, 60 FPS costanti, ma non esenti da cali improvvisi (e ingiustificabili) ma per il resto il gioco non è cambiato.
Per i miei amici sprovvisti di una scheda RTX superiore alla 3060 Tarkov non è stato altrettanto magnanimo: chi possiede una scheda Nvidia di generazione inferiore è spesso soggetto a cali di frame rate inaspettati, stuttering e crash. Sorte peggiore tocca invece a chi ha optato per una GPU di fattura AMD che si trova questi episodi inspiegabilmente presenti anche su schede di fascia superiore.
Lungi da me però sostenere che il gioco non sia giocabile: con una buona macchina, il titolo rimane pur sempre valido ed i problemi di cui ho appena parlato si riducono drasticamente. Conosco giocatori che hanno schede vecchie di generazioni e questi problemi non ne hanno mai riscontrati, anche perché spesso basta ricorrere ai suggerimenti di qualche streamer o più banalmente ridurre la qualità grafica.
Il problema è che tutto ciò che di sbagliato avviene su Tarkov accade senza motivo; un giorno giochi tranquillo a 60 FPS granitici, il giorno dopo crashi nel bel mezzo del raid.
Dal lato server però arrivano i veri problemi: il gioco, arbitrariamente e spesso non funziona. Ti appare una schermata che ti avvisa che il gioco non se la sente di continuare e dasvidania!
Sorvolerò inoltre della situazione in merito a cheaters e hackers, in quanto presenti in maniera eccessiva, rovinando l’esperienza complessiva.
Comparto audio
Prima ho parlato del fatto che gli sviluppatori hanno messo anima e cuore nel riprodurre fedelmente ogni arma in gioco. E se ti dicessi che hanno registrato il sonoro di ogni arma e proiettile? Persino dei bossoli che impattano con differenti tipi di terreno? O addirittura il suono dei passi su ogni diversa superficie presente in gioco? E ancora, di granate, esplosioni e schegge annesse?
Non ti starei prendendo in giro, perché Battlestate Games lo ha fatto davvero. Ha infatti deciso di registrare tutto ciò e metterlo in gioco, utilizzando un eccellente audio binaurale.
Più di una volta mi è capitato di ascoltare uno sparo in lontananza e riconoscere il tipo di arma che aveva sparato, silenziatore o freno di bocca compreso; e non perché sono un patito di armi da fuoco, ma perché il sonoro è davvero ben studiato.
Peccato che da vicino, entro cioè i 10 metri, l’audio impazzisce e rumori provenienti da destra sembrano partire da sinistra e così via. Giocando in team con i miei amici ho imparato col tempo ad ignorare l’audio che sentivo nelle mie immediate vicinanze e fare affidamento solo sulle loro call.
Ovviamente giocando da solo non si riscontrano questi problemi, dato che puoi sparare ad ogni cosa che disgraziatamente incrocia il tuo cammino. Ma di certo questo audio eccellente, non funzionando a dovere, rimane quello che è, cioè una grande occasione sprecata.
Escape From Tarkov • Verdetto
Escape from Tarkov è e rimane uno dei migliori shooter simulativi sul mercato, ma la componente shooting, il modding delle armi e l’ottima ambientazione non sono sufficienti a mondare il gioco russo dalle sue innumerevoli problematiche. La componente tecnica e sonora sono costantemente vittime di bug e problemi che le patch semestrali non fanno altro che accentuare, anziché risolvere.