Ratchet e Clank: Rift Apart • Recensione PC
A ben due anni dall’uscita su Playstation 5, approda infine su pc un’altra esclusiva temporanea di casa Sony, Ratchet & Clank: Rift Apart.
La serie di Ratchet & Clank, shooter-platform della Insomniac Games non la si può non definire una pietra miliare della console nipponica fin dal 2002, quando apparve per la prima volta sulla gloriosa Playstation 2.
Dopo più di vent’anni di esclusività, la Sony decide quindi di concedere un altro dei suoi titoli iconici in pasto alle bramose fauci dei pc gamer.

Indice dei contenuti
Nuove realtà e nuovi amici
Forse a causa dei porting non proprio ottimali, come per esempio quello che ha investito l’ultimo titolo della Naughty Dog (per maggiori informazioni al riguardo, ti invitiamo a leggere la nostra recensione di The Last of Us Parte I), la gente ha dato molta meno fiducia al titolo della Insomniac Games, registrando su Steam un picco massimo di quasi 9000 giocatori.
Un numero decisamente basso se paragonato ad altri titoli AAA o addirittura a un altro titolo della Insomniac, esclusiva temporanea anch’esso, Marvel’s Spider-man che al lancio ha totalizzato ben 66000 giocatori solo su Steam.
A quanto pare (e per fortuna a mio parere) i giocatori pc perdonano ma non dimenticano. La sfiducia dei giocatori si traduce in meno acquisti, anche se il gioco è meritevole. Le software house che tentano di rifilare titoli incompleti o mal ottimizzati dovrebbero chiedersi se vale davvero la pena ingannare i giocatori per un mero guadagno a breve termine.
Ratchet e Clank: Rift Apart • Trama e narrativa

In questo caso però, Ratchet & Clank: Rift Apart non è sicuramente un titolo incompleto; la trama, per esempio, è gestita magistralmente.
Le avventure dei due protagonisti iniziano durante una parata in loro onore per aver salvato (per l’ennesima volta) l’universo, venendo poi interrotta dal loro acerrimo nemico: il Dottor Nefarious, che ruba un dispositivo per viaggiare tra le dimensioni e da il via alla trama di questo titolo.
I viaggi dimensionali, realtà parallele e diverse versioni di noi stessi sono stati negli ultimi anni il tema portante di tante narrazioni cinematografiche e Ratchet & Clank non si è voluto mostrare da meno.
La trama porterà a conoscere nuovi personaggi, come Rivet, la versione di Ratchet di questa nuova dimensione nella quale il Dottor Nefarious ha abbandonato i suoi titoli accademici per un epiteto decisamente più altolocato: Imperatore Nefarious. In questa dimensione infatti il malvagio robot-scienziato pazzo ha vinto su tutti e ha stravolto le vite di tutta la galassia.
Evitando di fare ulteriori spoiler, posso dire che una trama così ben redatta e portata su schermo non la vedevo probabilmente da The Last of Us Parte I. I titoli esclusivi Sony hanno infatti sempre avuto dalla loro una resa cinematografica talmente curata da essere quasi sprecata sul pc.
Intreccio e sviluppo dei personaggi sono quasi al pari di un titolo Dreamworks; giocando infatti mi è più volte sembrato di confondere il gioco per un film d’animazione. Le animazioni facciali dei personaggi, per esempio, sono di un’espressività cristallina, ma ciò che ancor di più rende onore al paragone con la casa cinematografica californiana sono le animazioni di ogni personaggio.
Questi infatti si allungano, corrono e subiscono colpi in uno stile proprio da lungometraggio animato, dando alle sequenze in game una dinamicità sorprendente.
Infine, come se non lo avessi già ripetuto abbastanza, le cutscenes sono qualitativamente eccellenti, un ritmo perfetto di animazione, doppiaggio e caratterizzazione.
Ratchet e Clank: Rift Apart • Gameplay

In merito al gameplay, il dodicesimo capitolo principale della serie di Ratchet e Clank fa buon uso di quanto già visto in anni di evoluzione della serie e ci mette anche del nuovo.
In questo capitolo giocheremo infatti fasi di combattimento sfrenato con un arsenale folle e fuori di testa, percorreremo grandi distanze usando dei pattini a propulsione, guideremo velocissime lumache in circuiti palustri, risolveremo enigmi come nei vecchi classici giochi platform non troppo impegnativi ed altri invece più di logica nei panni di Clank. Infine avremo da sgominare un’infezione virale usando un carinissimo robottino virtuale in una microscopica ed eterna faida cibernetica.
Da oggi, quando leggerò “gameplay molto vario” in una recensione, farò sempre riferimento a quello di Ratchet & Clank: Rift Apart. L’alternarsi delle diverse modalità di gioco è la chiave perfetta per non annoiarsi mai (come se poi fosse possibile in questo gioco).
Nel titolo della Insomniac Games infatti è impossibile annoiarsi. Nelle fasi shooter hai orde di nemici diversi ed un grande arsenale da provare. Nelle fasi platform ed in quelle racing devi prestare attenzione all’ambiente e ad eventuali scorciatoie. Infine nelle fasi di enigma e di hacking dovremo fare attenzione ad entrambi questi aspetti, cioè coordinazione occhio-mano e analisi dell’ambiente.
Una cosa che aiuta i casual gamer è forse la breve durata di tutte queste fasi, ognuna di esse infatti viene intervallata alle altre per non più di 5 minuti, avendo come risultato un gioco che salta da una modalità all’altra senza fare sfoggio di chissà quali complesse meccaniche.
Infine c’è la blasonata questione dei portali, fulcro principale della trama del titolo e meccanica del tutto nuova in Ratchet & Clank. In giro per i pianeti infatti saranno presenti questi passaggi dimensionali che nella maggior parte del gioco avranno funzione di semplice rampino per teletrasportare il protagonista da punto A a punto B, mentre in altri casi diventano una vera innovazione.
Certi pianeti infatti sono costituiti da due diverse realtà intercambiabili che ci mostreranno panorami e aree del tutto diverse. Va specificato che questo sistema a portali si è già visto in altri giochi e in Ratchet & Clank: Rift Apart non è nemmeno sfruttato in maniera troppo complessa, ma anzi si traduce in una formula di gameplay semplice e funzionale, come tutto il resto del gioco.
Ratchet e Clank: Rift Apart • Comparto estetico

Come già detto per trama e gameplay, la cura cinematografica del titolo è di altissima qualità e questo è dovuto in larga parte alla qualità grafica del titolo, molto al di sopra di tanti altri titoli del 2023.
Contando che infatti il gioco è uscito su Playstation 5 nel 2021, lascia di stucco vedere il paragone con titoli odierni.
Ratchet & Clank: Rift Apart è una goduria per gli occhi, un tripudio di colori, luci e particelle che rendono il titolo Insomniac Games una perla che brilla di luce propria.
Come già detto, in più di un’occasione mi sono stupito di ciò che il gioco mi metteva avanti, facendomi scordare a più riprese che io stessi giocando. Alcune scene, specialmente durante la prima ora di gioco e l’ultima, sono tra le più curate a livello estetico, con un’infinità di elementi a schermo che si muovono e agiscono mentre il giocatore è portato a correre, sparare e saltare, fermandolo un secondo a respirare mentre una scena degna del cinema porta avanti la narrazione.
Ratchet e Clank: Rift Apart • Comparto tecnico

Tutta questa cura nei dettagli fortunatamente non pesa in alcun modo sul pc, facendo girare il gioco, con tutte le impostazioni al massimo, quasi sempre a 60 frame.
Dico quasi sempre perché i giocatori in fondo ci avevano visto giusto: il gioco ha problemi di ottimizzazione nella parte centrale del titolo. Al di là infatti del leggero e immediato calo di frame al passaggio di un portale dimensionale, il titolo tende a crashare con una coerenza quasi disarmante.
Nella mia esperienza il gioco ha iniziato a crashare dopo il secondo pianeta esplorato e ha smesso al raggiungimento dell’ultima missione del gioco, come quasi a sottolineare i momenti sui quali il team addetto al porting si sia focalizzato. È in effetti sospetto che il gioco sia vittima di questi crash dopo circa 2 ore di gameplay per poi smettere nell’ultima ora di gioco.
Al di là però di questi fastidiosi crash, il gioco è di ottima fattura. Fortunatamente l’occlusione ambientale, i riflessi e le ombre non sembrano influire troppo sulle prestazioni del gioco come invece accade in altri titoli in cui invece queste feature diventano inarrivabili per chi vuole giocare comodamente almeno a 60 FPS.
Ratchet e Clank: Rift Apart • Comparto audio

Il livello del comparto sonoro di Ratchet & Clank: Rift Apart è sullo stesso piano di narrazione e grafica. L’accompagnamento musicale coadiuva magistralmente le sequenze di gioco, dal gameplay alle cutscenes.
È anche grazie al sonoro che i colpi delle armi danno un ottimo feedback quando colpiscono i nemici, generando diverse reazioni se colpisci il nemico con un’arma elettrica o con un’arma che spara palline che rimbalzano sui nemici stordendoli a ripetizione.
Ogni nemico ha il proprio effetto sonoro d’accompagnamento e sarà impossibile quindi confondersi, sebbene questi verranno a frotte verso il protagonista, dandoci perciò la consapevolezza di dover usare un certo tipo di arma per superare al meglio la minaccia specifica.
Per finire, le musiche di accompagnamento sono eccellenti, nulla di troppo iconico che mi lasci un ricordo da evocare al minimo jingle, ma comunque un audio impeccabile e curato al dettaglio come il resto del gioco.
Ratchet e Clank: Rift Apart • Verdetto

Al costo di un porting buono, seppur con qualche frustrante sbavatura, Ratchet & Clank: Rift Apart è un titolo uscito dall’esclusiva temporanea che merita di trovare il suo posto nel parco titoli di un buon giocatore pc.
Sfortunatamente, al momento in pochi hanno deciso di dare una chance al titolo Insomniac Games, ma spero che in futuro, anche grazie alle ottime recensioni che ho visto spuntare in giro per il web, questo titolo possa riscattare la brutta nomea che si stanno ormai collezionando i titoli di Sony che escono dalla esclusività temporanea.
A mio parere un buon titolo che può piacere sia a chi non ha mai giocato un capitolo sulla console nipponica, sia per chi è felice di poter giocare al massimo l’ultimo titolo di questa serie iconica.