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Hellblade: Senua’s Sacrifice • Recensione

HELLBLADE SENUA'S SACRIFICE Recensione
Una lotta contro i demoni, una lotta contro se stessi
"Sacrifice" quello di Senua per concludere il suo viaggio. Un sacrificio contro se stessa e contro il mondo. Per imparare a lasciar andare, per imparare a sconfiggere le sue paure e, soprattutto, per insegnare a tutti noi che "le battaglie più dure sono quelle combattute dentro la mente". Vincere sta a noi, dentro e fuori dal videogioco.
Trama e narrativa
9
Gameplay
7
Comparto estetico
8
Comparto tecnico
8
Comparto audio
10
PRO
Storytelling profondo e avvincente
Comparto audio innovativo
Resa estetica ottima
CONTRO
Meccaniche semplici e gamplay poco competitivo
Combat system poco fluido
8.4

Era il 2017 quando la Ninja Theory ci presentò per la prima volta Senua nel suo viaggio attraverso la paura, il lutto, la distruzione mentale e, soprattutto, il superamento di montagne interiori che potrebbero riguardare ognuno di noi.

Una costante lotta contro i suoi demoni che diventano un po’ anche i nostri. Un nemico che tutti ci siamo trovati più e più volte a fronteggiare e che non sempre ci è stato possibile battere: noi stessi.

HELLBLADE SENUA'S SACRIFICE Recensione

La Ninja Theory ha chiamato questo viaggio Hellblade: Senua’s Sacrifice e alle porte dell’uscita di quello che doveva essere un sequel e che è stato invece annunciato come una Saga, noi vogliamo ricordare Senua e quel viaggio che abbiamo intrapreso con lei e grazie a lei.

Il secondo capitolo di quello che è stato per molti un capolavoro videoludico, era stato annunciato nel 2019, creando grandi aspettative con un trailer molto vago ed enigmatico. Da allora gli aggiornamenti sono stati ben pochi.

La Ninja Theory ci promette un’uscita per 2023, lasciandoci godere, solo tramite i social, di piccoli squarci di quello che si sta rivelando un lungo e meticoloso processo di produzione. Inoltre, al contrario del suo predecessore rilasciato negli anni come cross-platform, Hellblade II sarà un’esclusiva Microsoft, fruibile pertanto solo su PC e su console Xbox.

Hellblade: Senua’s Sacrifice • Un’odissea nella mente umana

Hellblade ha attirato da subito l’interesse del panorama videoludico di ormai sei anni fa. La Ninja Theory prese la coraggiosa scelta di sviluppare il gioco in modo indipendente, senza l’aiuto di una grande casa editrice. Ciò ha permesso allo studio di avere maggiore libertà creativa e di mantenere il controllo completo sul prodotto finale.

Per portare alla luce l’intero processo creativo gli sviluppatori lavorarono a stretto contatto con esperti di psicologia in psicosi e la malattia mentale, nonché con ricercatori di mitologia Nordica per fornire un background perfetto dove inserire Senua e la sua lotta.

Il risultato è stato un gioco coinvolgente ed innovativo capace di toccare temi delicati in modo realistico e rispettoso. Grandi taboo della società odierna come le malattie mentali ed il lutto hanno posto migliaia di giocatori davanti all’impossibilità di aprire gli occhi su queste realtà. Tutto il gioco si permea di questo ed ogni giocatore che ha vestito i panni di Senua ne è stato inevitabilmente reso partecipe.

L’uomo è portato per natura a temere ciò che non può comprendere e la realtà odierna, a sei anni di distanza, ci pone ancora davanti a questa paura celata. Dopotutto, è semplice dare a qualcuno del matto generalizzando.

Così come lo è accusarlo di essere debole. Il grande successo della Ninja Theory è stato infatti quello di sollevare il velo che da sempre ha nascosto realtà più grandi e spaventose. Diventa infatti spaventoso scoprire quante sfaccettature possa avere quella che è più confortevole chiamare “pazzia”.

HELLBLADE SENUA'S SACRIFICE

Diventa spaventoso fare i conti con il fatto che chiunque di noi potrebbe essere trascinato all’inferno a combattere un mostro che non è capace di vedere. Siamo inconsciamente terrorizzati dallo scoprire che non vi è forza più grande che sopravvivere all’inferno di cui siamo artefici.

Il Sacrifice di Senua ci porta nel suo inferno e le domande che questo gioco sa delicatamente lasciarti dentro sono tante: quanti di noi sarebbero stati capaci di sopravvivere a quell’inferno? Quanti di noi sono sopravvissuti a quell’inferno? Cos’è questo luogo?

Solo chi come Senua ne è uscito arso e vittorioso può saperlo, per tutti gli altri sarà sempre un “ne è uscita quando ha voluto farlo” o “fino ad allora è stata semplicemente troppo debole per reagire”.
Taboo, ancora una volta. Malattia e debolezza ancora una volta.

La Ninja Theory dà un nome a tutto questo. Taboo, mental health diseases. Malattia, psicosi. Debole, lotta per superare ciò che persone non affette da questi disturbi affronterebbero con meno difficoltà o che sarebbero in grado di chiudere in un armadio per dimenticarsene.

L’inferno invece? L’inferno per una persona affetta da malattie mentali? Provate ad essere chiusi all’interno di una stanza buia, senza finestre, senza luce. Senza la possibilità di vedere se questa stanza sia minuscola o immensa. Altissima o poco più grande di una bara. Armati solo di un bastone per difendervi contro un nemico che non potete vedere. Un nemico che potrebbe essere un boss di terzo livello o un minuscolo topolino.

E in questo inferno solo un bivio: soccombere od iniziare a fendere l’aria sperando di colpire un nemico che potrebbe anche non esistere.

Senua dà un volto a questo nemico: “The hardest battles are fought in the mind” e il primo nemico della tua mente sarai sempre tu.

Trama e narrativa

HELLBLADE SENUA'S SACRIFICE Trama e narrativa

All’inizio della nostra avventura le premesse sono molto scarne e intenzionalmente molto fuorvianti. Ci ritroviamo a dare avvio alla nostra storia nei panni di Senua. Intorno a noi solo una serie di voci che tentano di spaventarci.

Solo continuando a vestire i dolorosi abiti di Senua si scoprirà che quelle voci in realtà vivono dentro di lei, nella sua mente e nelle sue sofferenze. L’obiettivo che il gioco ci pone è quello di discendere all’inferno per poter salvare Dillion, il fidanzato morto della nostra protagonista.

Dillion viaggerà con noi dall’inizio alla fine, poiché Senua poterà con se la sua testa appesa alla cintura. Quest’ultimo viene inoltre rappresentato come l’unico nella sua vita capace di impugnare una spada e combattere accanto a Senua contro tutti i suoi demoni.

Lo sfondo dell’intera storia è stato elaborato secondo la mitologia norrena che molti generalizzano come “Epoca Vichinga”. Senua combatte mostruosi vichinghi per poter arrivare al suo obiettivo.

Approcciando questo gioco per la prima volta in maniera superficiale, mi sono ritrovata a chiedermi perché proprio i vichinghi, perché proprio così mostruosi. Perché Senua decide di combattere i suoi demoni proprio così.

Tutte le risposte alle nostre domande vengono date grazie a collezionabili sotto forma di Lorestones nascoste e che per poter essere attivate necessitano di alcune rune da ricercare. Prima della battaglia finale il gameplay si sviluppa secondo quattro blocchi separati, ognuno dei quali nasconde set di rune differenti. Ovviamente mancando rune, manchiamo anche risposte.

Ognuno dei blocchi ci porta a fronteggiare una delle più grandi paure di Senua. Per arrivare all’inferno e combattere per Dillion; non superarle non è un’opzione. Paure che potremmo riassumere come: morte, fuoco, inganno e paura.

La morte, è qualcosa che Senua si rifiuta di affrontare, un lutto che non esiste perché lei salverà il suo amato.

Il fuoco, quello che distrusse tutto il suo mondo. L’inganno, quello della sua mente. La paura, quella che dovrà avere la forza di superare per poter combattere contro il boss finale: se stessa.
Il fuoco ci dà la risposta per comprendere la scelta arguta fatta dalla Ninja Theory, che si dimostra non casuale all’interno dell’ambientazione.

Senua infatti non è una vichinga, ma un’abitante delle isole Orcadi, che purtroppo è anche l’obiettivo dell’espansione di uno dei vari gruppi di vichinghi che partirono dalla Scandinavia. Parliamo quindi di vichinghi norvegesi che nel IX secolo arrivarono nel mondo in cui Senua aveva imparato a vivere, per distruggere ogni cosa che potesse tenerla ancorata alla realtà. Da lì in poi la sua mente si difese come poté.

Gameplay

HELLBLADE SENUA'S SACRIFICE gameplay

Hellblade riprende i canoni dei giochi d’avventura in terza persona. Sorprendente come la scelta della terza persona non ci impedisca di avvicinarci a Senua al punto da vivere l’esperienza non solo in prima persona, ma, per i più meticolosi, di viverla addirittura sulla propria pelle. Il gioco viene poi presentato come un’avventura dinamica basata su hack and slash.

Il titolo si incentra principalmente su combattimento e narrativa. Non ci sono missioni secondarie, niente che possa discostare il giocatore dall’obiettivo prefissato. Il personaggio non prevede potenziamenti o livellamenti, è esattamente quello che è fin dall’inizio: una ragazza disfunzionale che non ha strumenti per diventare più forte se non la propria forza di volontà ed il proprio coraggio.

Di conseguenza manca anche la possibilità di esplorare, l’unica ricerca è quella delle rune che ci permettono di fare ordine in un mondo dato in principio come molto caotico.

Il combattimento prevede il solo uso della spada, anche questa di default e non modificabile. Gli attacchi possibili sono leggeri e pesanti implementabili con semplici combo per sconfiggere i nemici. Senua non ha difese, può pararsi e difendersi solo tramite la spada.

Ci viene fornita infine una modalità focus che va conquistata attaccando i nemici e che ci permette di rallentare il tempo per qualche secondo e di incrementare quindi i danni inferti ai nemici.

Permadeath

HELLBLADE SENUA'S SACRIFICE Permadeath

L’oscurità sempre presente in Senua e nella realtà intorno a lei prende le vesti di quello che viene definito “Permadeath”. Nel primo combattimento scopriamo infatti che Senua è infetta dall'”Oscurità”. Scelta estremamente sensibile ed efficace della Ninja Theory per porci per la prima volta nella mente e negli occhi di Senua e della sua malattia.

Questa “Oscurità” è presentata come una corruzione che infetta la carne della protagonista a partire dal braccio che impugna la spada e che incrementerà ad ogni sconfitta. Una volta che l’oscurità si impossesserà completamente di Senua non ci sarà più via di redenzione per la nostra. Soccombere o combattere.

La totale resa all’oscurità ci costringerebbe a soccombere. Ancora una volta una scelta magistrale della Ninja Theory per creare una metafora di quel taboo, di quel bivio, che abbiamo conosciuto all’inizio e che affligge ogni persona affetta da disturbi mentali.

Tuttavia l’elemento della “Permadeath” ha creato diverse ambiguità ed è forse anche uno dei pochi punti che ha giocato a sfavore di questo gameplay. Infatti non si arriverà mai alla corruzione finale che porta alla resa e quindi alla morte definitiva del nostro personaggio.

Ma perché, una produzione così meticolosa e che ha lavorato quasi esclusivamente sulla narrativa, dovrebbe essersi persa in un dettaglio così piccolo? Ancora una volta: l’inferno lo conosce solo chi c’è stato veramente.

Quindi iniziamo anche noi a dare un nome alle cose scomode, come ispirati dalla Ninja theory. Il bivio inconsapevole di ogni persona finita all’inferno a causa di un disturbo mentale è sempre lo stesso: il suicidio per molti, la lotta per conviverci per altri.

Sono poche le malattie mentali che potremmo definire “curabili”, per la stragrande maggioranza, l’unica soluzione è conviverci e, alcune volte, imparare a tenerle sotto controllo. Senua è una guerriera che ha una missione e ha dunque deciso di combattere per essa. Per lei il “Permadeath” è questo: l’accettare di passare il resto dei suoi giorni a combattere i suoi demoni, perché la morte per lei non è un’opzione.

Comparto estetico

HELLBLADE SENUA'S SACRIFICE Comparto estetico

Da queste premesse si potrebbe ipotizzare che l’obiettivo principale di questo gioco non sia sicuramente l’attenzione alla grafica o ad una meccanica di gioco complicata e competitiva, ma bensì l’esperienza di gioco, il gameplay e la narrativa. Nonostante questo, tuttavia, Hellblade non ha nulla da invidiare a molti altri giochi della sua generazione.

All’uscita del primo trailer nel 2014 venne reso noto che Hugues Giboire, game designer di Heavenly Sword aveva deciso di tornare per prendere parte proprio a questo progetto. Inoltre Ninja Theory dichiarò di aver preso in considerazione una resa in 4K.

Le ambientazioni sono estremamente curate, intenzionalmente tetre ed inquietanti, come nei migliori giochi horror, permettendo un’immersione nel mondo di gioco che risulta molto naturale. La grafica è realizzata in modo superbo, con una grande attenzione ai dettagli, alle luci e alle ombre.

In particolare, le sequenze di combattimento e le cutscenes trasmettono una grande sensazione di coinvolgimento.

Gli elementi della mitologia norrena sono resi con estrema competenza, già a partire dai boss, che riprendono i caratteri specifici di quelli che sono stati i reali personaggi che hanno animato i celebri miti.

Il gioco risulta molto fluido ed il mondo circostante si amalgama perfettamente agli occhi confusi e distorti di Senua. Ambientazione, mitologia e personaggi sembrano quasi proiettarci all’interno di un libro.

Comparto tecnico

HELLBLADE SENUA'S SACRIFICE Comparto tecnico

Al momento dell’uscita, il gioco si è presentato con l’Unreal Engine 4. Tutta la realizzazione ha coinvolto un gruppo di circa venti persone interne alla Ninja Theory, tanto da portare cinque di loro a prestare voce e volti ai personaggi dell’opera.

Emblematica Melina Jurgens che viene ricordata come Senua, ma che non dimentichiamo essere la produttrice video della compagnia. Ad un gioco che già così aveva segnato l’anima di molti giocatori si è poi unita la tecnologia Next-Gen che ha permesso a Hellblade di dimostrarsi, anni dopo, ancora estremamente competitivo nel panorama videoludico.

A quattro anni dal suo rilascio ha infatti ricevuto un enorme miglioramento grafico che l’ha reso fruibile anche per Xbox Series S|X. Riflessi ed ombre vengono migliorati grazie a una build che guadagna ray tracing e che permette un miglioramento grafico capace di raggiungere il 4K promesso per quanto riguarda Series X ed il 1080p per la compagna Serie S, entrambe a 30 fps.

Per quanto riguarda invece le funzioni grafiche, nonostante una differenza di 30 fps tra le due console che permette alla Serie X di raggiungere i 60 fps (in modalità performance) contro i 30 della Serie S, il nuovo aggiornamento prevede un ottimo 4K per la Serie X ed un 1440p per la Serie S.

Tutto questo ha avuto come ovvia conseguenza un incremento anche delle prestazioni e l’inserimento di nuove funzioni di accessibilità che hanno permesso a una rosa maggiore di giocatori di godere di questa esperienza.

Che dire, con un potenziamento già notevole di un Hellblade che conta già sei anni, le aspettative sul suo successore non possono che essere già altissime.

Comparto audio

Hellblade Senua's Sacrifice Comparto sonoro

La colonna sonora, composta da David Garcia e Andy LaPlegua, è stata realizzata con strumenti storici e voci ancestrali, che contribuiscono a creare un’atmosfera intensa e coinvolgente. Tuttavia, quel che ha reso questo gioco rivoluzionario e che ancora oggi lo rende unico, riguarda la componente audio; la ciliegina sulla torta nella nostra esperienza all’interno della mente di Senua.


Hellblade si avvale infatti di binaural audio, una tecnica di registrazione che utilizza due microfoni simultaneamente per creare la percezione di un suono in 3D all’interno dello spazio.

Il risultato è quello di percepire i suoni in maniera estremamente fedele a come succede al nostro orecchio nella realtà.

Mentre questa tecnica viene spesso utilizzata nei videogiochi per permettere di percepire la posizione di nemici ed elementi nello spazio, Ninja Theory è stata unica nell’utilizzarlo per riprodurre i sensi di una mente non lucida e confusa.

Il giocatore non può fare a meno di sentirsi perseguitato. Come se fosse costantemente osservato e accerchiato, come se qualcuno continuasse a sussurrargli all’orecchio, senza dargli tregua.

Il senso di oppressione proprio di una persona instabile viene portato su tutto un altro livello. Le emozioni di Senua diventano ancora una volte quelle di noi giocatori.

Hellblade: Senua’s Sacrifice • Verdetto

Hellblade-Senuas-Sacrifice-Verdetto

In conclusione, Hellblade: Senua’s Sacrifice è un gioco che merita sicuramente di essere giocato. La narrazione coinvolgente, il gameplay unico e l’attenzione ai dettagli dell’estetica e del suono lo rendono un’esperienza di gioco indimenticabile.

Il modo in cui il gioco affronta temi delicati come la psicosi e la malattia mentale dimostra il potenziale dei videogiochi come forma d’arte e strumento di sensibilizzazione.

Iniziamo selezionando “nuovo gioco” convinti di vivere un’avventura fittizia, per scoprire solo alla fine incredibili verità. Senua non è partita per un viaggio verso l’inferno. La storia non intendeva trascinarci in un mondo di fantasia tra vichinghi e mostri.

Senua aveva bisogno di elaborare un lutto, quello dell’unica persona che aveva reso la sua agonia vivibile. Ha dovuto imparare a vivere e a sopravvivere ai suoi disturbi mentali con le sue sole forze.

Infine, ha dovuto sconfiggere i suoi demoni prima e se stessa dopo, per poter diventare un essere umano che, seppur eternamente segnato, deve lasciar andare e farcela da sola.

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