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Exoprimal • Recensione PC

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Dinosauri, robot e mondi paralleli
La Capcom cerca di fare centro con un nuovo live service ma manca di poco il bersaglio. Ciò che ci presenta con Exoprimal è una formula fresca che miscela un gameplay di sopravvivenza a ondate con un fight arena non propriamente curato. Non un titolo fallimentare, ma sicuramente l’eccellenza è ben lontana.
Trama e narrativa
7
Gameplay
6
Comparto estetico
6.5
Comparto tecnico
6.5
Comparto audio
6.5
PRO
Gameplay interessante
Trama fuori di testa
CONTRO
Alla lunga può annoiare
Bilanciamento assente
Una sola modalità di gioco
6.5

Il 2023 pare proprio essere l’anno dei live service. Crime Boss: Rockay City, Redfall, l’ultimo aggiornamento di Destiny 2 e Diablo 4 sono solo alcuni nomi tra coloro che hanno scelto la difficile via del live service.

Se leggere nella stessa frase Redfall e Diablo 4 suscita un minimo di sconcertamento, cosa accadrebbe se ci aggiungessi anche la Capcom? È infatti prodotto dalla Capcom l’ennesimo live service dell’estate 2023, che porta il titolo di Exoprimal.

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Dino Crisis is that you?

Fortunatamente non stiamo parlando di un’impostazione tipica dei giochi battle royale, ma di una formula PvPvE che negli anni ha saputo farsi strada, partendo da curiosi esperimenti quali ad esempio la modalità Azzardo di Destiny 2.

La Capcom, che quest’anno ci ha già regalato Street Fighter 6 e che al momento sta monopolizzando gli shorts di YouTube miei e sicuramente di molte altre persone, ha deciso di puntare per una strada impervia e molto trafficata.

Ad oggi conviene chiedersi: serviva un altro live service? Avrò anche solo il tempo di provarlo tra un dungeon di Diablo 4 e il farming giornaliero su Warframe? Ma soprattutto com’è questo Exoprimal?

Exoprimal• Trama e narrativa

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Per rispondere a questa domanda mi affido alla tua fantasia: immagina che Michael Bay, il famoso regista di Transformers, si sia voluto dedicare ai videogiochi e abbia deciso di inserire nello stesso titolo robot, dinosauri, viaggi nel tempo e realtà parallele. Sono sicurissimo che esiste già un film con quest’accozzaglia di elementi, ma adesso ne abbiamo anche un gioco.

La trama di Exoprimal ha luogo circa 20 anni avanti nel futuro, esattamente nel 2043, anno in cui il progresso scientifico ci ha infine regalato donne robot (non sto scherzando è l’unico tipo di automa che ci viene fatto vedere) la cui unica funzione è presentare un power point olografico (di nuovo non scherzo è l’unica cosa che fa). Questo è infine anche l’anno in cui la Terra è attanagliata da continue invasioni di dinosauri che appaiono da portali oscuri in giro per il globo.

La Terra e i suoi scienziati hanno dunque deciso di combattere la minaccia con l’acciaio e con le pallottole. Sulla tv internazionale infatti, dopo il breve servizio meteorologico dove si annunciava l’imminente precipitazione di dinosauri, vengono presentate le nuove macchine per la sicurezza globale, le exosuit, in un video che era a metà tra una campagna pubblicitaria per l’esercito e l’annuncio del Super Bowl.

Finita questa stupendamente tamarra cinematica di presentazione, possiamo creare il personaggio e venire imbarcati su un aereo che, assieme ai nostri affiatati tre compagni ed una robot, precipiterà su di un isola sconosciuta.

Tempo poche ore e ci verrà detto che quella era l’isola più importante del pianeta perché è da dove è iniziata l’attuale calamità dei dinosauri.

Come se tutto ciò non fosse fin troppo nei primi 10 minuti, veniamo catapultati in una simulazione gestita da una IA avanzatissima, Leviathan, che ha deciso di segregare l’isola e registrare dati mandando a morte i piloti con le loro exosuit.

Ma dove prendere questi formidabili combattenti? Semplicemente Leviathan ha deciso di rifornirsi di carne fresca direttamente da ogni realtà parallela, per registrare e monitorare i nostri risultati ad ogni scontro.

Non dirò altro per non fare spoiler.

Al di là dell’eccessiva quantità di carne al fuoco nella parte narrativa, tutti i filmati sono gestiti con un’eccellente regia cinematografica, molto esagerata ma anche divertente, non prendendosi mai troppo sul serio.

Se da un lato c’è un comparto narrativo di buona fattura, dall’altro ci sono anche vibes molto forti per i più nostalgici. Il gioco infatti è una continua citazione a Dino Crisis, basti pensare anche solo al fatto che una dei nostri compagni è chiaramente una rivisitazione di Regina, la protagonista di Dino Crisis 2.

Exoprimal • Gameplay

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Dal lato gameplay però, Exoprimal è tutto fuorché simile a Dino Crisis.

Vi è una sola modalità di gioco, sopravvivenza, in cui il giocatore e i suoi compagni dovranno partecipare a una guerra simulata in più passaggi, eliminare tutti i dinosauri che appariranno a ondate, spostare e proteggere il carico o sopravvivere mentre si mantiene il controllo di un’area. Il tutto sotto la costante sfida di essere più veloci della squadra avversaria, pena la perdita della partita.

La modalità si prodiga attraverso una serie di mappe molto semplici che non lascia spazio a molta strategia; uccidi tutti i dinosauri o perdi. Niente manovre tattiche o scelte ponderate per affrontare la sfida in altre maniere.

Se si volesse fare un paragone più appropriato, si dovrebbe prendere Overwatch. Il giocatore infatti farà parte di una squadra di cinque elementi e potrà scegliere una tra dieci exosuit, quattro dps, tre tank e tre support, e sarà possibile interscambiarle liberamente durante la partita.

La parte del gameplay forse più accattivante è quella che più somiglia al gioco della Activision-Blizzard, in quanto scegliendo di gareggiare in formato PvP, come ultima missione vi sarà uno scontro tra le due squadre.

Questo porta inevitabilmente ad un paio di problemi legati principalmente al bilanciamento e alla gestione di alcune meccaniche. In Overwatch, ad esempio, vi è la categorizzazione obbligatoria dei personaggi per bilanciare i combattimenti, in Exoprimal ho invece notato che se alla fine hai in squadra due tank, sei praticamente invincibile.

A ciò è da aggiunge come il gioco sia palesemente pensato come un’arena ad ondate di nemici, ma le exosuit non sono purtroppo equipaggiate a stun o abilità di crowd control, il che si traduce in fight in cui vince chi fa più danni e resiste meglio ai colpi.

Il gioco quindi non è pensato per offrire una modalità PvP responsiva, pare invece che il team di sviluppo abbia voluto metterla per offrire qualcosa in più ai giocatori, probabilmente ben consci che alla lunga un PvE con una formula così povera avrebbe potuto annoiare.

Exoprimal • Comparto estetico

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Tanto di cappello al comparto estetico del titolo che si mostra forte e fiero del suo RE Engine cha già abbiamo visto bene all’opera in altri titoli.

Esteticamente gradevole e solido come una roccia, il RE Engine mostra comunque i suoi anni. Le illuminazioni, le texture dei personaggi e dei dinosauri riescono a mascherare le mancanze di un motore grafico che ha fatto il suo corso nella storia della Capcom e che prima o poi andrà per forza di cose aggiornato.

Ho infatti soprasseduto ogni volta che vedevo una texture a bassa risoluzione o quando notavo quelle del terreno ripetute a scacchiera, cose a cui non farai certamente caso durante la partita, ma solo allontanandoti dall’azione o in filmati ad ampio respiro.

Nonostante la moltitudine di elementi a schermo, il frame rate del gioco vacilla solo durante i caricamenti delle aree (circa uno ogni venti minuti, da come si può vedere nello screenshot che ho fatto con CapeFrameX).

Exoprimal • Comparto tecnico

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La qualità del comparto tecnico va di pari passo con la qualità estetica del titolo. Infatti a livello tecnico non c’è molto, ma tutto quello che c’è è di eccellente fattura.

Le competenze attoriali degli attori sono state ottimamente messe in gioco con un lavoro certosino per le espressioni facciali, un elemento che personalmente ho molto a cuore e che dimostra un’ottima cura nei particolari.

Un po’ infelice invece la scelta di gestire le sequenze di intermezzo con mere presentazioni statiche in cui i personaggi parlano tra loro o ascoltano un audio. Dopo però circa sei o sette di queste, ci viene dato il contentino di un filmato da un minuto scarso in cui c’è un minimo di intrattenimento.

Forse una scelta per ridurre il budget? O forse solo inettitudine? Questo non lo possiamo sapere.

L’unica cosa che si può dire è che il gioco ha fatto del suo meglio per presentarsi come un buon competitor di altri live service, non offrendo però molta innovazione, né dal lato gameplay, né estetico, né tantomeno tecnico.

Exoprimal • Comparto audio

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Arriviamo come al solito alla mia parte preferita nelle recensioni: il comparto audio.

Cosa si può mai dire del comparto sonoro di un gioco dove l’audio non è parte integrante del gameplay? Niente, l’audio è normale, senza infamia e senza lode.

Gli attori fortunatamente ci hanno messo del loro e nel doppiaggio inglese si è riusciti a coadiuvare espressioni facciali, manualità dei gesti ed intensità della voce.

La voce robotica di Leviathan ci farà compagnia per tutta l’avventura e forse è proprio in questo che sta la nota stonata del comparto audio. La voce di Leviathan è infatti monotona e troppo spesso lo sentiremo ripetere le stesse cose all’infinito.

Exoprimal • Verdetto

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Proprio sul tema del loop infinto si basa la narrazione ed il gameplay di Exoprimal. Un loop che a lungo andare annoia e che non offre evoluzioni di un certo rilievo. Le exosuit non ricevono alcuna notevole modifica al loro funzionamento e l’unica modalità di gioco non riesce a soprassedere la monotonia che dopo poche ore si fa imperante.

Exoprimal rappresenta un buon inizio per la Capcom nel mondo dei live service, ma ci si aspetta nuovi bilanciamenti, aggiornamenti continui e qualcosa che possa allietare i giocatori con più che una singola modalità o un pass battaglia con sole componenti estetiche.

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